Giovanni 20:28

I. Non siamo, credo, in grado di essere sufficientemente consapevoli di quanto di tutta la nostra fede e speranza cristiana debba poggiare sulla realtà della risurrezione di nostro Signore. È, in primo luogo, il compimento di ogni profezia. Voglio dire, che mentre ogni profezia attende con impazienza il trionfo del bene sul male per il suo trionfo non solo in parte, ma interamente e con eccessiva misura, così la risurrezione di Cristo è, finora, l'unico adeguato adempimento di queste aspettative; ma è esso stesso del tutto adeguato.

Se il trionfo di Cristo è stato completo, così può essere anche il trionfo di coloro che sono di Cristo. Ma senza questo, lascia che la speranza vada fin dove vuole, che la fede sia sempre così sicura, la profezia non si è ancora realizzata, l'esperienza non dà ancora incoraggiamento.

II. Ebbene, allora si dica con l'apostolo che se Cristo non è risorto la nostra fede è vana. La sua risurrezione fu, infatti, una gioia quasi troppo grande per crederci. Potrebbe esserci un'illusione; lo spirito di Uno così buono, così amato da Dio, potesse tornare a confortare i suoi amici, ad assicurarli che la morte non aveva compiuto tutta la sua opera; ma chi potrebbe osare sperare di vedere non lo spirito dei morti, ma la persona stessa di Gesù vivente? Era davvero una convinzione naturale di una tale beatitudine schiacciante? "Se non vedrò nelle sue mani l'impronta dei chiodi, e non metterò il mio dito nell'impronta dei chiodi, e non metterò la mia mano nel suo costato, non crederò". Grazie a Dio, che ha permesso al suo apostolo di stare così attento prima di acconsentire a credere, affinché dalle sue cure potessimo trarre una fiducia così perfetta.

III. Gesù gli disse: "Tommaso, perché mi hai visto, hai creduto: beati quelli che non hanno visto e hanno creduto". Pochi giorni prima Cristo aveva pregato non solo per i suoi discepoli attuali, ma per tutti coloro che avrebbero creduto in Lui attraverso la loro parola. Con quanta grazia è il Suo atto in accordo con la Sua preghiera. Il discepolo prediletto, che aveva visto prima il sepolcro vuoto, e che ora gioiva alla piena presenza di Colui che vi era stato, doveva trasmettere alla conoscenza dei posteri ciò che aveva visto lui stesso.

E doveva trasmetterlo santificato per così dire dal messaggio speciale di Cristo: "Beati coloro che non hanno visto e tuttavia hanno creduto". Abbiamo tutta la nostra parte nella piena convinzione allora concessa che Egli era davvero risorto; e oltre a tutto questo abbiamo ricevuto una benedizione particolare; Cristo stesso ci dà la prova della sua risurrezione e ci benedice per la gioia con cui l'accogliamo.

T. Arnold, Sermoni., vol. vi., pag. 172.

Riferimenti: Giovanni 20:28 . Spurgeon, Sermoni, vol. xxx., n. 1775; Rivista del sacerdote, vol. v., pag. 32.

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