Giovanni 6:48

I. Solo nel Signore stesso dimora la potenza della vita e da Lui esce. Non esiste un agente intermedio. Egli è la vita degli uomini, ed è nutrendosi di Sé che si ottiene e si assicura la vita eterna. Ma come nel miracolo, così in ciò che da esso è significato, si compiace di impartire questo nutrimento di vita non senza materiale visibile e sensibile, sul quale si eserciterà la sua forza vivificante.

In un caso, sono i cinque pani e i due pesci che rappresentano e per così dire portano il peso di una cosa così potente, nell'altro caso, è il Corpo e Sangue visibili del Signore, qualunque cosa Egli si compiace di incaricare di esporli e portarci le sembianze. La grande verità che sta alla base del tutto è questa, che Cristo è il Pane della vita, unico alimento dell'uomo per un'eternità di vitalità e di benedizione, che questa benedizione non deve provenire altro che dal Signore stesso in contatto diretto e personale con un il sé stesso dell'uomo nel suo essere interiore; ma che gli piace, in condiscendenza alla nostra debolezza, fare uso di segni e simboli sui quali agisce la sua potenza, e per mezzo dei quali l'uomo apprende la sua potenza vivificante e ne diventa partecipe.

II. L'interpretazione di nostro Signore di questo incidente mostra, nel modo più chiaro che può essere mostrato, che l'ordinanza del Sacramento non è meramente commemorativa. In tutto il suo discorso qui si parla di un'effettiva alimentazione di Cristo, non effettivamente corporea, ma spirituale. E quando Cristo ha detto: "Fate questo in memoria di me", è chiaro che il ricordo è da intendersi come portatore e implicante non solo la rivelazione di un evento passato, o di un caro amico e benefattore defunto, ma il partecipazione anche a un beneficio presente, fondato sulla realizzazione di quell'evento passato e sull'unione con quel Divino benefattore e fonte di vita, in modo attuale e presente.

Il discorso di cui fa parte il mio testo è quindi di immenso valore per il cristiano, in quanto assicurandogli un vero vivere e nutrendosi del suo Salvatore, in quel Sacramento, salvandolo dall'idea che esso sia solo una commemorazione senza presente beneficio vivente.

H. Alford, Sermoni della Cappella del Quebec, vol. vi., pag. 233.

Riferimenti: Giovanni 6:48 . Rivista Omiletica, vol. ix., pag. 201. Gv 6:48-54. Omiletic Quarterly, vol. i., pag. 110.

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