Isaia 62:12

Uno dei pensieri più mortali che possono infettare uno spirito umano è questo non sono di alcuna utilità, nessun valore, per la terra o per il cielo. Eppure è un pensiero naturale, l'espressione naturale delle nostre vite egoiste e sensuali. Chi non ha gemito la confessione di Asaf: "Ero come una bestia davanti a te"? L'uomo è profondamente cosciente allo stesso tempo della peccaminosità e dell'impotenza. Il peggior peccato contro il cielo è la disperazione. L'idea che il Signore ha bisogno di te è un principio molto fondamentale del Vangelo, la buona novella da Dio all'uomo.

I. Non c'è qualcosa di radicalmente falso in questa connessione del bisogno o del bisogno con il nome Divino? Gli scrittori della Scrittura vedono chiaramente questa difficoltà. Sono pieni di affermazioni sublimi dell'orrore della supremazia divina. Dio assoluto e infinito; la creatura dipendente e limitata. Ma, d'altra parte, presentano e ribadiscono idee sul rapporto della creatura con il Creatore, sul bisogno di Dio dell'uomo in un senso molto solenne, e sul bisogno dell'uomo di Dio in tutti i sensi, che non siamo in grado di eguagliare con qualsiasi definizione degli attributi divini in cui l'intelletto non può trovare alcun difetto.

II. È attraverso Cristo e solo Cristo che noi raggiungiamo la conoscenza del nome e della mente di Dio. Il suo amore è essenzialmente redentore. È un amore che cerca e cerca di salvare. E questo amore che redime ha nel cuore un grande dolore e bisogno. Gli manca qualcosa che gli è infinitamente caro, e si prepara a sopportare fatiche e dolori infiniti per recuperarlo e riportarlo a casa. L'intera espressione dell'Incarnato è una ricerca, un desiderio, un amore.

III. È impossibile che Dio possa cercarci con una serietà di intenti più intensa, o in modi più efficaci, di quelli che sono incarnati nella missione di Cristo di riportarci a Sé. Possiamo dire con riverenza che il Padre ha esaurito tutte le ricchezze del suo amore nel dono di Cristo al mondo.

J. Baldwin Brown, La domenica pomeriggio, p. 62.

Riferimenti: Isaia 62:12 . Spurgeon, Sermoni, vol. ix., n. 525; Ibid., Sera per sera, p. 71.

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