LA RISURREZIONE GENERALE

'Sarai ricompensato alla risurrezione dei giusti.'

Luca 14:14

La maggior parte delle persone si aspetta di ricevere la ricompensa del buon servizio reso a Dio, non appena lascia questo mondo ed entra in paradiso. Ma nostro Signore dice: "Sarai ricompensato alla risurrezione dei giusti". La speranza posta davanti a noi è la speranza di ricevere la ricompensa del servizio dovuto alla risurrezione, e non prima. La condizione dopo la morte è di attesa e non di fruizione.

I. Il grande cambiamento. —Il corpo della risurrezione è:—

( a ) seminato nella corruzione; allevato nell'incorruttibilità.

( b ) seminato in disonore; cresciuto in gloria.

( c ) seminato nella debolezza; cresciuto in forza.

( d ) seminato un corpo naturale; ha sollevato un corpo spirituale.

È inutile fare congetture. È sufficiente sapere che il corpo risorto sarà tanto diverso dal corpo naturale che è stato seminato nella corruzione quanto la bella farfalla è diversa dalla brutta larva, e che, tuttavia, l'identità non andrà persa.

II. Differenza di gradi . — Ciascuno nella vita eterna riceve più o meno gloria, onore e governo, secondo che lo ha meritato. Alcuni saranno glorificati come santi, altri salvati solo con la paura, come tizzoni strappati dal fuoco. Dio è giusto e giustamente ricompensa ogni uomo.

III. Cos'è che infonde nei nostri corpi corruttibili il germe della nuova risurrezione vita e glorificazione? —I miracoli di guarigione operati da nostro Signore erano figure di restaurazione dal peccato, ma erano più di questo, erano pregustazioni della grande guarigione della natura umana di tutte le sue infermità che Egli avrebbe operato come il grande Medico dei corpi così come anime. È degno di nota il fatto che molte di queste cure furono operate dal Suo tocco. E ha istituito la Santa Eucaristia come mezzo per cui possiamo sacramentalmente, ma realmente, toccare il suo corpo risorto.

Rev. S. Baring-Gould.

Illustrazione

«L'espressione: “ Sarai ricompensato ” è degna di nota. Conferma la dottrina della ricompensa secondo le opere, ma non per le opere, nel giorno del giudizio. Si dovrebbe osservare la somiglianza tra il linguaggio del Signore in questo luogo e quello usato nella descrizione del giorno del giudizio in Matteo 25. Sembra contraddire l'opinione di alcuni che in Matteo nostro Signore parli solo del giudizio dei pagani che non hanno mai ascoltato il Vangelo.

Alcuni argomenti con cui si sostiene questa opinione si applicherebbero al passaggio che ci viene presentato. Eppure qui è chiaro che nostro Signore sta parlando dei Suoi ascoltatori e discepoli. Sembra, più probabile, che sia qui che in Matteo nostro Signore parli del giudizio generale, e che l'importanza delle opere come prova di fede sia la verità che Egli desidera imprimere nelle nostre menti'.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità