Nell'anno terzo del regno di Jehoiakim, re di Giuda, Nabucodonosor, re di Babilonia, venne a Gerusalemme e la assediò.

Il libro di Daniele

Scritto da lui stesso (non da un altro di suo nome, al tempo di Antioco Epifane, come il malvagio Porfirio, un nemico dichiarato del cristianesimo, blaterate), come come Senofonte e Giulio Cesare scrissero i propri atti con tanta saggezza e imparzialità, come nessuno ha stato così retto nello scrivere le storie degli altri. Questo libro divino è, del resto, in parte storico e in parte profetico. La parte storica che abbiamo nei primi sei Capitoli s, sc.

, una continuazione della storia del libro dei Re durante tutto il tempo della prigionia e dopo. Quindi Girolamo b chiama Daniel multiscum et totius mundi polyhistorem, uno storico generale. La parte profetica, che inizia dal settimo capitolo, predice cose future nelle varie monarchie ma in modo molto oscuro, secondo quella dell'angelo, Dn 12,9-10 "Va per la tua via, Daniele, perché le parole sono chiuse e sigillate fino alla fine dei tempi," &c; e secondo quel geroglifico di profezia, che è appeso, dicono, tra gli altri quadri, nella Biblioteca Vaticana a Roma, come una matrona con gli occhi coperti, per la difficoltà.

Onde fu che Paolino Vescovo di Nola, benché capace, non si sarebbe mai attratto a scrivere commenti; Gaetano e Calvino non avrebbero scritto note sull'Apocalisse; e Piscator, c dopo aver commentato gli altri profeti, quando venne da Daniele, incontrò tanti passaggi oscuri e difficili, ut parum obfuerit, dice, quin in medio commentandi cursu subsisterem, et calamum e manu deponerem, che era anche pronto a deporre la penna ea mettere da parte gli affari.

Ma questo non lo fece, poiché ritenendo che i migliori, mentre erano qui, "sanno solo in parte, ma in parte profetizzano", ecc.; e che la promessa è, sebbene nessuno dei malvagi comprenda questa profezia, tuttavia i saggi lo capiranno. Dan 12:10 Girolamo dice bene che una profezia è perciò oscura, perché è detta una volta e vista un'altra. E una cosa che crea una nuvola in Daniele è la trasposizione della storia qui usata spesso; come le profezie contenute nei capitoli settimo e ottavo, che furono mostrate a Daniele sotto il regno di Baldassarre, in ordine dovrebbero essere poste prima del capitolo sesto, ecc.

Sembrava davvero che fosse stato messo da parte ai tempi di Baldassarre, quel tizio ubriacone, finché la calligrafia sul muro non gli portò di nuovo più richieste. Dan 5:11-12 Quel gallo sul letamaio non conosceva il valore di questa perla impareggiabile, molto apprezzata sia dal suo predecessore che dal suo successore, al quale era un secretis del loro consiglio privato. Famoso era cresciuto, e degnamente, per la sua straordinaria saggezza Ez 28:3 e santità, Ez 14:14 così che l'angelo Gabriele lo chiama "un uomo di desideri", o un uomo desiderabile.

Dan 9:23 Seneca chiama Cato virtutum vivam imaginem, un quadro vivace di virtù. Plinio e dice che lo stesso Catone Censorio era un eccellente oratore, un ottimo senatore, un ottimo comandante, e maestro di tutte le buone arti. Paterculus f dice che era un uomo più simile alla virtù che mai poteva sembrare, et per omnia virtute diis quam hominibus propior. Livio dice che era un uomo di rigida innocenza e di invincibile integrità.

Cornelio Nepote, che essendo assalito ed assalito da molti, non solo non perse mai alcuna parte della sua riputazione, ma finchè visse crebbe ancora nell'elogio delle sue virtù, essendo in tutte le cose di singolare prudenza ed operosità. Infine, Cicerone dice di Catone Maggiore, che mentre subì le inimicizie di molti potenti, e soffrì non poche difficoltà per tutto il tempo, fu tuttavia uno di quei pochi che vissero e morirono con gloria.

Quanto più veramente si potrebbe affermare tutto ciò del profeta Daniele che del censore Catone! tutti le cui virtù non erano che peccati scintillanti, e tutti le cui parti e pratiche degne di lode non erano che "cembali tintinnanti" in confronto. Tutta la vita di Daniele fu una specie di paradiso, adornato delle più radiose stelle delle virtù divine. E sebbene non si possa dire di lui come fece Alessandro di Hales del suo studioso Bonaventura in una vena iperbolica, che Adamo gli sembrava non aver peccato in Bonaventura, tale era la sua santità e conoscenza, tuttavia , con più colore di verità, potrei lo stesso si può dire di Daniele, il gioiello degli ebrei e il tesoro del mondo.

Scrisse questo libro, parte di esso in ebraico e parte in caldeo, tutto in uno stile breve ma grave, evidente ed elegante, essendo un policronico divino j fino alla fine del mondo, o, come lo chiama qualcuno, l'Apocalisse dell'Antico Testamento.

ver. 1. Nel terzo anno del regno di Ioiachim. ] Quel re malvagio, che uccise il profeta Uria; Ger 26:23 tagliò con un coltello la profezia di Geremia e la gettò nel fuoco; Ger 36:23 era un grossolano idolatra, 2Cr 36:8 e perciò giustamente soffrì.

Venne Nabucodonosor. ] Soprannominato Magno figlio di Nabucodonosor, soprannominato Prisco. Vedi 2 Re 24:1,2 2 Cronache 36:8 . Vedere Trapp su " 2Re 24:1 " Vedere Trapp su " 2Re 24:2 " Vedere Trapp su " 2Ch 36:8 "

una Lib. xii., contro Cristiano.

b Girolamo, Ef 103, ad Paulin.

c Pescato. Epista. Dedicare. Ante Com. in Dan.

d Quod alio tempore canitur, alio cernitur. - De Vir. Perfetto.

e Lib. ii.

f 4 dicembre, lib. ix.

g In Vita Catonis.

h Splendida peccata.

io Sixt. Senens. Bavaglino. Sant., lib. IV.

j Una cronaca di molti eventi o periodi. ŒD

k Torshel.

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