Egli [è] il capo delle vie di Dio: colui che l'ha fatto può far avvicinare [a lui] la sua spada.

ver. 19. Egli è il capo delle vie di Dio ] cioè Il capolavoro tra tutte le bestie (e forse primo fatto), come l'uomo è tra tutte le creature terrene, essendo divini ingenii cura, come lo si chiama. Di tutte le creature irrazionali terrene l'elefante è il più grande, il più forte e il più comprensivo.

Colui che l'ha creato può far avvicinare a lui la sua spada ] cioè Dio solo può affrontarlo e ucciderlo, poiché nessuno osa affrontarlo se non con l'arte e l'astuzia; e che ai tempi di Giobbe, probabilmente, non era ancora conosciuto o praticato. E se Dio non avesse dato un corno al rinoceronte, e veleno al drago (che sono i nemici più mortali dell'elefante), non si sarebbero trovate bestie che avrebbero avuto la meglio su di lui.

Egli è di per sé longevo, dice Aristotele, ma Dio può e lo fa tagliare a suo piacimento; e così farà quei mostri senza padrone che perseguitano il suo popolo, sebbene possano sembrare fuori dalla portata della sua verga. Alcuni leggono le parole così: Colui che l'ha fatto ha fatto la sua spada per essere vicino a lui; e interpretalo come la sua proboscide o muso, con cui, come con una spada, combatte e fa molte gesta.

Curtius dice che quando Porus, il re indiano, ferito in battaglia, cadde a terra armato, il suo elefante con la proboscide lo sollevò dolcemente e lo rimise sulla schiena. Alcuni nelle loro guerre hanno fissato spade affilate al muso degli elefanti, e con ciò hanno fatto molti danni al nemico.

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