E un altro angelo seguì, dicendo: Babilonia è caduta — Con il rovesciamento di Babilonia, quello di tutti i nemici di Cristo, e, di conseguenza, tempi più felici, sono collegati. Babilonia la grande — Così la città di Roma è chiamata in molti racconti. Babilonia era magnifica, forte, orgogliosa, potente. Così è anche Roma. Babilonia fu prima, Roma poi, la residenza degli imperatori del mondo. Ciò che Babilonia era per Israele nell'antichità, Roma è stata sia per l'“Israele di Dio” letterale che spirituale. Quindi la libertà degli antichi ebrei era collegata al rovesciamento dell'impero babilonese. E quando Roma sarà finalmente rovesciata, allora il popolo di Dio sarà in libertà.

Ogni volta che Babilonia è menzionata in questo libro, viene aggiunta la grande, per insegnarci che Roma iniziò allora Babilonia, quando iniziò la grande città; quando inghiottì la monarchia greca ei suoi frammenti, la Siria in particolare; e, in conseguenza di ciò, ottenne il dominio su Gerusalemme circa sessant'anni prima della nascita di Cristo. Poi cominciò, ma non cesserà di essere Babilonia finché non sarà definitivamente distrutta. La sua grandezza spirituale iniziò nel V secolo e aumentò di epoca in epoca. Sembra che raggiungerà la sua massima altezza poco prima del suo definitivo rovesciamento.

La sua fornicazione è la sua idolatria; invocazione di santi e angeli; culto delle immagini; tradizioni umane; con tutta quella pompa esteriore, sì, e quello zelo feroce e sanguinario con cui pretende di servire Dio. Ma alla fornicazione spirituale, come altrove, così a Roma, si unisce abbondantemente la fornicazione carnale. Lo testimoniano gli stufati lì, autorizzati dal Papa, che non sono un ramo trascurabile delle sue entrate. Questo è giustamente paragonato, al vino, a causa della sua natura inebriante.

Di questo vino ha infatti fatto bere tutte le nazioni, soprattutto con le sue ultime missioni. Possiamo osservare che questo farli bere non è attribuito alla bestia, ma a Babilonia. Per la stessa Roma, le inquisizioni, le congregazioni e i gesuiti romani propagano continuamente le dottrine e le pratiche idolatriche, con o senza il consenso di questo o quel papa, che non è al sicuro dalla loro censura.

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