Il giorno del Signore non sarà forse tenebra? - Aveva descritto quel Giorno come un giorno di inevitabile distruzione, come anticipa la coscienza del suo uomo e le sue paure colpevoli, e poi fa appello alle proprie coscienze, "non è così, come ho detto?" Le coscienze delle persone sono più vere del loro intelletto. Tuttavia, possono impiegare la sottigliezza del loro intelletto per ottundere la loro coscienza, sentono, nel loro intimo, che c'è un giudice, che la colpa è punita, che sono colpevoli.

L'anima è testimone della propria immortalità, della propria responsabilità, della propria punibilità. L'intelletto porta la questione fuori di sé nella regione delle supposizioni e delle controversie. La coscienza è costretta a riaccoglierla nel proprio tribunale, ea dare la sentenza, che vorrebbe rifiutare. Come il dio della favola pagana, che si trasformò in ogni sorta di forme, ma quando era ancora trattenuto, diede alla fine, la vera risposta, la coscienza si ritrae, si torce, si contorce, elude, si allontana, ma, in alla fine, risponderà veramente, quando sarà necessario. Il profeta allora, si gira rapidamente intorno alla coscienza e dice: "dimmi, perché tu lo sai".

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