Quelli che odiano il bene e amano il male , cioè odiano, per se stesso, ciò che è bene e amano ciò che è male. Il profeta non sta qui parlando dei loro uomini che “odiano i buoni”, o “che amano i cattivi”, ma del loro odiare la bontà e amare la malvagità. : “È peccato non amare il bene; che colpa odiarlo! è difettoso non fuggire il male, che empietà amarlo!». L'uomo, dapprima, ama e ammira il bene, anche mentre non lo veste; odia il male, anche mentre lo fa, o appena lo ha fatto.

Ma l'uomo non può sopportare di essere in conflitto con la sua coscienza, e così finisce, scusandosi e dicendo bugie a se stesso. E poi, odia la verità o il bene con un odio amaro, perché turba le tenebre della falsa pace di cui si avvolgerebbe. All'inizio gli uomini amano solo il piacere connesso al male; poi fanno ciò che possono, il male, perché il bene è un biasimo per loro: alla fine, amano il male per se stesso Romani 1:32 .

anche la morale pagana distingueva tra l'incontinente e il senza principi, l'uomo che peccò sotto la forza della tentazione e l'uomo che aveva perso il senso del bene e del male Giovanni 3:20 . “Chi fa il male, odia la luce. Chi brama cose illecite, odia la giustizia che riprende e punisce”.

Che strappano loro la pelle di dosso e la loro carne dalle ossa - Egli aveva descritto il Buon Pastore; ora, invece, descrive quelli che avrebbero dovuto essere “pastori del popolo”, per nutrirli, custodirli, dirigerli, ma che erano i loro macellai; che non li tosò, ma li scorticava; chi li ha nutriti, non li ha nutriti. Accumula le loro colpe, atto per atto. Prima scorticano, cioè portano via i loro beni esteriori; poi rompono le loro ossa in pezzi, le parti più solide, da cui dipende l'intera struttura del loro corpo, per arrivare al midollo stesso della loro vita, e così si nutrono di esse.

E non diversamente, sebbene ancor più spaventosamente, peccano coloro che prima tolgono la pelle, per così dire, o le tenere steccate esteriori delle grazie di Dio; (come è la modestia, riguardo alla purezza interiore; contegno esteriore, di virtù interiore; forme esteriori, di devozione interiore;) e così spezzare le ossa forti delle virtù più severe, che tengono insieme tutta l'anima; e con loro tutta la carne, o grazie più morbide, diventa una massa informe, fatta a pezzi e consumata.

Così dice Ezechiele; “Guai ai pastori d'Israele che si nutrono da soli; non dovrebbero i pastori pascolare il gregge? Mangiate il grasso e vi vestite, con la lana, uccidete quelli che sono nutriti, non date da mangiare al gregge. I malati non li avete fortificati...” ( Ezechiele 34:2 , aggiungi Ezechiele 34:5 ).

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