Poiché voi siete la nostra gloria e gioia. Poiché voi siete la nostra gloria e gioia, siete il sigillo del nostro apostolato; la tua conversione e fermezza sono una prova piena che Dio ci ha mandato. I convertiti a Cristo sono i nostri ornamenti; credenti perseveranti, nostra gioia nel giorno del giudizio.

1. Nel capitolo precedente abbiamo il carattere ei segni di un vero pastore disposti in modo da non essere fraintesi. Ogni uomo che predica il Vangelo dovrebbe leggere attentamente questo capitolo ed esaminarsi con esso. La maggior parte dei predicatori, leggendola coscienziosamente, o cederà il proprio posto ad altri, o si propone di compiere l'opera del Signore con più fervore per il futuro. Colui che non aspetta altro che l'approvazione di Cristo, lavorerà per Cristo; e colui che ha solo in vista la gloria del suo Maestro, avrà sempre la presenza e la benedizione del suo Maestro. Coloro che entrano in questo lavoro per plauso umano o emolumento secolare, possono avere la loro ricompensa; ma in questo non è incluso un sorriso di approvazione da parte di Cristo.

2. Dio, per ragioni a lui più note, spesso permette che i propositi più pii e benevoli dei suoi servitori siano frustrati per un certo tempo. È bene che il buon proposito fosse nel cuore; ma Dio conosce il momento e il luogo più adatti per attuarlo. Satana si oppone sempre a tutto ciò che è puro, buono e benevolo e sembra che spesso riesca; ma non è proprio così: se in qualsiasi momento impedisce ai seguaci di Dio di realizzare un pio proposito, quello era il tempo in cui non si sarebbe potuto fare per assicurarne il pieno effetto.

Lascia che lo scopo sia mantenuto e il momento e il luogo migliori saranno debitamente forniti. Poiché Satana si sforza costantemente di opporsi a ogni opera buona, non c'è da meravigliarsi che si trovi ad opporsi a un buon proposito, anche nel momento stesso in cui Dio considera improprio portarlo all'effetto previsto. L'uomo propone, ma Dio dispone.

3. L'apostolo parla dell'ira che si abbatte sui Giudei: circa vent'anni dopo, la loro città fu distrutta, il loro tempio incendiato, più di un milione di essi distrutto, la loro politica civile completamente sovvertita, e ciò che restava di questo miserabile nazione dispersa a tutti i venti del cielo; e in questo stato, senza nazione, senza tempio, senza culto, e apparentemente senza alcuna religione, continuano, fino ad oggi, un monumento del dispiacere di Dio e una prova dell'ispirazione divina sia dei profeti che degli apostoli, che , nel modo più esplicito, aveva predetto tutti i mali che da allora erano capitati loro.

I loro crimini erano grandi; a questi la loro punizione è proporzionata. Per quale fine Dio li ha preservati distinti da tutti i popoli della terra tra i quali soggiornano, non possiamo pretendere di dire; ma deve indubbiamente essere per un oggetto della massima importanza. Nel frattempo, il mondo cristiano li tratti con umanità e misericordia.

Commento alla Bibbia, di Adam Clarke [1831].

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