E il serpente gettò dalla sua bocca l'acqua come un fiume dietro alla donna, per farla portare via dal diluvio. E il serpente gettò dalla sua bocca l'acqua come un diluvio - L'acqua qui evidentemente significa grandi moltitudini di nazioni e popoli; poiché in Apocalisse 17:15 , l'angelo interprete dice: Le acque che hai visto sono popoli, moltitudini, nazioni e lingue.

Quest'acqua, dunque, che il dragone gettò dalla sua bocca, dev'essere un'inondazione di nazioni barbare pagane sull'Impero Romano; e lo scopo che il drago ha in vista con questa inondazione è quello di far sì che la donna, o Chiesa Cristiana: -

Essere portato via dal diluvio - Spazzato via completamente dalla faccia della terra. Il dottor Mosheim, all'inizio del suo secondo capitolo sul V secolo, osserva "che i Goti, gli Eruli, i Franchi, gli Unni e i Vandali, con altre nazioni feroci e bellicose, per la maggior parte estranee al cristianesimo, aveva invaso l'Impero Romano, e lo squarciò nel modo più deplorevole.

In mezzo a queste calamità i cristiani furono dolorosi, anzi, possiamo azzardare a dire il principale, sofferenti. È vero che queste nazioni selvagge erano molto più intente all'acquisizione di ricchezza e dominio che alla propagazione o al sostegno delle superstizioni pagane, né la loro crudeltà e opposizione ai cristiani derivavano da alcun principio religioso, o da un desiderio entusiasta di rovinare. la causa del cristianesimo; fu solo per istigazione dei pagani che rimasero ancora nell'impero, che furono eccitati a trattare con tale severità e violenza i seguaci di Cristo.

"Così il guaio che fu denunciato, Apocalisse 12:12 , contro gli abitanti della terra e del mare, si abbatté su tutto il mondo romano; poiché, in conseguenza dell'eccitazione e delle malignità dei pagani dell'impero, "un la trasmigrazione di un grande sciame di nazioni" venne sui Romani, e non cessarono le loro devastazioni finché non ebbero desolato l'impero orientale, fino alle porte di Bisanzio, e infine si furono impossessati dell'impero occidentale.

"Se", dice il dottor Robertson, nell'introduzione alla sua Storia di Carlo V., vol. i., pp. 11, 12, ed. Londra. 1809, "un uomo fu chiamato a fissare il periodo nella storia del mondo, durante il quale la condizione del genere umano fu più calamitosa e afflitta, senza esitare chiamò quello che intercorse dalla morte di Teodosio il Grande all'insediamento dei Longobardi in Italia, un periodo di centosettantasei anni.

Gli autori contemporanei che hanno assistito a quella scena di desolazione, fatica e sono a corto di espressioni per descriverne l'orrore. Il flagello di Dio, il distruttore delle nazioni, sono i terribili epiteti con i quali distinguono il più noto de' Barbari Capi; e paragonano la rovina che avevano portato sul mondo al disastro causato da terremoti, conflagrazioni o diluvi, le più formidabili e fatali calamità che l'immaginazione dell'uomo possa concepire." Ma il sottile disegno che il serpente o il drago aveva in vista, quando vomitò dalla sua bocca un diluvio d'acqua, fu provvidenzialmente frustrato; poiché: -

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