Il quale, quando venne, e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortò tutti loro, che con fermezza di cuore si sarebbero uniti al Signore. Aveva visto la grazia di Dio - Cioè, aveva visto gli effetti prodotti dalla grazia di Dio. Per grazia di Dio, dobbiamo comprendere:

1. Il suo favore.

2. Le manifestazioni di quel favore nella comunicazione delle benedizioni spirituali. E,

3. Principi di luce, vita, santità, ecc., che producono effetti dimostrativi delle cause da cui sono scaturiti.

Barnaba vide che queste persone erano oggetto dell'approvazione divina; che furono abbondantemente benedetti ed edificati insieme come Chiesa Cristiana; e che avevano ricevuto influenze speciali da Dio, mediante il suo Spirito interiore, che erano per loro incentivi alla fede, speranza e amore, e anche principi di condotta.

Era contento - Non era invidioso perché Dio aveva benedetto le fatiche di altri servi del suo Padrone, ma si rallegrò di scoprire che l'opera di salvezza era portata avanti da strumenti che Dio aveva scelto e si era degnato di usare. Coloro che non possono gioire della conversione dei peccatori, perché non ne sono stati i mezzi, o perché tali convertiti o i loro ministri non hanno esattamente le stesse opinioni di certe dottrine che hanno loro stessi, mostrano di avere poco o nulla , della mente che era in Cristo, in loro.

Con uno scopo di cuore si sarebbero attaccati al Signore - Questi convertiti avevano cominciato bene; devono continuare e perseverare: Dio ha dato loro la grazia, il principio di vita e di azione; era loro compito usare questo. In caso contrario, il dono sarebbe ripreso. Barnaba sapeva bene che dovevano avere in loro la grazia di Dio per poter fare del bene; ma sapeva anche che il suo essere in loro non implicava necessariamente che dovesse continuare lì.

Dio gli aveva insegnato che se non fossero stati operai insieme a quella grazia l'avrebbero ricevuta invano; cioè, la fine per la quale è stata data non avrebbe avuto risposta. Perciò li esortò, τῃ προθεσει της καρδιας, con fermezza di cuore, con fermezza, determinazione e determinazione, ad aderire al Signore, προσμενειν τῳ Κυριῳ, a rimanere con il Signore; continuare in unione e comunione con lui; essere fedele nell'osservare la sua verità e obbediente nella pratica di essa.

Essere cristiano è essere unito a Cristo, essere un solo spirito con lui: continuare ad essere cristiano è continuare in quell'unione. È assurdo parlare di essere figli di Dio, e di perseveranza assoluta, definitiva, quando l'anima ha perso la sua unione spirituale. Non c'è perseveranza se non nell'attaccarsi al Signore: chi nelle sue opere lo rinnega non si attacca a lui. Costui non è da Dio; se mai ha avuto la salvezza di Dio, l'ha persa; è caduto in disgrazia; né c'è una parola nel libro di Dio, giustamente e onestamente compresa, che dica che una tale persona dovrà assolutamente e inevitabilmente risorgere dalla sua caduta.

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