Giunga a te la mia preghiera: porgi l'orecchio al mio grido; Venga la mia preghiera davanti a te - È debole e impotente, sebbene fervente e sincera: togli tutti gli ostacoli dal suo cammino e lascia che abbia un libero passaggio al tuo trono. Uno dei più bei pensieri dell'Iliade di Omero riguarda la preghiera; Trascriverò una parte principale di questo incomparabile passaggio - incomparabile se si considera la sua origine: -

αι γαρ τε Λιται εισι Διος κουραι μεγαλοιο,

αι τε, ῥυσσαι τε, παραβλωπες τ' οφθαλμω·

ῥα τε και μετοπισθ' Ατης αλεγουσι κιουσαι·

δ' Ατη σθεναρη τε και αρτιπος· οὑνεκα πασας

ολλον ὑπεκπροθεει, φθανει δε τε πασαν επ' αιαν,

απτους' ανθρωπους· αἱ δ' ακεονται ποισσω·

μεν τ' αιδεσεται κουρας Διος, ασσον ιουσας,

Τονδε μεγ' αν, και τ' εκλυον ευξαμενοιο.

Ὁς δε κ' ανῃνηται, και τε στερεως αποειπῃ,

ονται δ' αρα ταιγε Δια Κρονιωνα κιουσαι,

Τῳ Ατην ἁμ' ἑπεσθαι, ἱνα βλαφθεις αποτιση.

Αλλ', Αχιλευ, πορε και συ Διος κουρησιν ἑπεσθαι

Τιμην, ῃτ' αλλων περ επιγναμπτει φρενας εσθλων.

Iliad., 9:498-510.

Le preghiere sono le figlie di Giove; rugoso, zoppo, con gli occhi a mandorla,

Che, seppur lontano, ma con passo costante

Segui l'offesa. Offesa, robusto d'arto,

e calpestando il terreno, li supera tutti,

E su tutta la terra, davanti a loro corre

Feroce per l'uomo: essi, seguendo, guariscono la ferita.

Accolti con rispetto quando si avvicinano,

Ci danno aiuto e ascoltano quando preghiamo.

Ma se siamo leggeri, e con cuore ostinato

Resisti loro, a Giove saturniano piangono.

Contro, noi supplicanti, quell'offesa

Può aderire a noi per la vendetta del torto.

Tu dunque, o Achille! rendimento d'onore

Alle stesse figlie di Giove, vinte come le valorose

Sono stato spesso, per onore che ti è stato tributato.

Cowper.

Su questa allegoria il traduttore fa le seguenti osservazioni: "Rugoso, perché il volto dell'uomo, spinto alla preghiera dalla coscienza della colpa, è addolorato e avvilito. Zoppo, perché è un rimedio a cui gli uomini ricorrono tardi, e con riluttanza Gli occhi a mandorla, o perché in quello stato di umiliazione temono di alzare gli occhi al cielo, o sono occupati a fare una retrospettiva della loro passata cattiva condotta.L'intera allegoria, considerando quando e dove è stata composta, forma un passaggio." La preghiera a Dio per la misericordia deve avere le qualifiche indicate sopra.

La preghiera viene da Dio. Egli desidera salvarci: questo desiderio è impresso nei nostri cuori dal suo Spirito, e riflesso in sé stesso. Così dice l'allegoria: "Le preghiere sono le figlie di Giove". Ma sono zoppi, poiché la luce riflessa è molto meno intensa e vivida della luce diretta. Il desiderio del cuore ha paura di andare alla presenza di Dio, perché l'uomo sa, sente, di aver peccato contro la bontà e la misericordia.

Sono raggrinzite, disseccate e avvizzite, con un desiderio incessante: anche le lacrime che rinfrescano l'anima sono prosciugate ed esaurite. Hanno gli occhi a mandorla; distogliere lo sguardo attraverso la vergogna e la confusione; non osare guardare Dio in faccia. Ma la trasgressione è forte, audace, impudente e distruttiva: calpesta con passo deciso la terra, facendo cadere maledizioni sull'umanità. Seguono preghiera e pentimento, ma generalmente a distanza.

Il cuore, indurito dall'inganno del peccato, non si arrende prontamente. Esse però seguono: e quando, con umiltà e contrizione, si accostano al trono della grazia, sono accolte con rispetto. Dio li riconosce come sua progenie e sana le ferite provocate dalla trasgressione. Se il cuore rimane ostinato e l'uomo non si umilia davanti al suo Dio, allora la sua trasgressione si attacca a lui e le preghiere senza cuore e senza vita che può offrire in quello stato, presumendo la misericordia di Dio, si rivolteranno contro di lui; e per lui sono vane la morte sacrificale e la mediazione di Cristo.

E questo sarà il caso soprattutto della persona che, avendo ricevuto un'offesa da un altro, si rifiuta di perdonare. Quest'ultima circostanza è quella a cui il poeta si riferisce particolarmente. Vedi l'intero passaggio, con il suo contesto.

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