Ho peccato. — La grave condanna del profeta fece sgomenta il re. I motivi del rifiuto divino evidentemente affondarono profondamente nel cuore di Saul. Un pensiero come quello che, agli occhi dell'Invisibile e dell'Eterno, si classificava con gli idolatri e i peccatori pagani intorno, era, anche per uno affondato così in basso come Saulo, terribile.

Perché avevo paura della gente. — Egli, con labbra balbettanti, pur deprecando la divina sentenza, cerca ancora di giustificarsi; ma tutto ciò che poteva addurre a titolo di scusa indicava solo più chiaramente la sua inadeguatezza al suo alto incarico. Poteva, dopo tutto, solo supplicare di amare la lode degli uomini più dell'approvazione del suo Dio; che preferiva — come hanno fatto da allora tanti grandi della terra — i dolci degli effimeri applausi popolari alla coscienza solitaria di essere un fedele servitore dell'Altissimo.

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