Paolo, apostolo di Gesù Cristo. — La lettera a Timothy, sebbene indirizzata a un carissimo e intimo amico, fu inviata con un duplice scopo. Fu un affettuoso richiamo da parte del suo vecchio maestro, "Paolo il Vecchio", al suo discepolo di essere risoluto in mezzo ai molti pericoli a cui uno nella posizione di Timoteo sarebbe stato esposto nella città di Efeso; ma era anche un comando ufficiale per resistere a una potente scuola di falso insegnamento che era sorta in mezzo a quella Chiesa di Efeso su cui Timoteo allora presiedeva.

Così san Paolo premette alla sua lettera designandosi apostolo secondo il comandamento di Dio. Il comandamento cui si fa specialmente riferimento si trova negli Atti degli Apostoli 13:2 : Separami Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati.

Dio nostro Salvatore. — Questa designazione è peculiare delle Epistole Pastorali, ma ricorre frequentemente nei Settanta. È giustamente attribuito alla prima Persona della beata Trinità in riferimento al suo amore redentore in Cristo.

Signore Gesù Cristo, che è la nostra speranza. — È meglio omettere le parole “che è”, stampate in corsivo nella versione inglese: Gesù Cristo, nostra speranza. Mentre san Paolo sentiva avvicinarsi la fine del suo corso, amava soffermarsi sul pensiero di Gesù — al quale, in tanti anni stanchi, aveva desiderato partire e stare con lui — come sua speranza, sua unica speranza gloriosa. La stessa espressione si trova nelle lettere di Ignazio.

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