Prima di questi giorni sorse Teuda. — Un'insurrezione, capeggiata da un capo con questo nome, è menzionata da Giuseppe Flavio ( Ant. xx. 5, § 1). Egli, tuttavia, lo pone, non "prima della tassazione" - cioè, circ. 6 dC — ma durante il regno di Claudio, e sotto la procura di Cuspio Fado, 44 ​​dC, dieci o dodici anni dopo questo discorso di Gamaliele. Il Teuda di cui parla sosteneva di essere un profeta e prometteva di guidare i suoi seguaci attraverso il Giordano.

Fado mandò contro di lui una truppa di cavalli, e fu preso e decapitato. Di conseguenza è stato dedotto da alcuni critici che abbiamo qui un errore così portentoso da provare che il discorso è stato composto molti anni dopo la sua presunta data da uno scrittore ignorante di storia, che l'intera narrazione di questa parte degli Atti è di conseguenza inaffidabile, e che il libro richiede di essere setacciato, con sospettosa cautela.

D'altra parte, si insiste (1) che le circostanze dei due casi non siano le stesse, Giuseppe Flavio parlando di una "moltitudine grandissima" come seguace del suo Teuda, mentre Gamaliele fissa distintamente il numero degli aderenti a "circa quattrocento ”; (2) che il nome Teuda, sia considerato come una forma del nome aramaico Thaddœus (vedi Nota su Matteo 10:3 ), sia del greco Teodoro, era abbastanza comune da rendere probabile che ci fosse stato più di un ribelle di quel nome; (3) che Giuseppe Flavio menzioni non meno di tre insurrezioni di questo tipo avvenute poco dopo la morte di Erode il Grande ( Ant.

xvii. 10) — quello capeggiato da Giuda (nome che appare da Matteo 10:3 ; Luca 6:16 , per essere intercambiabile con Taddeo o Teuda), capo di una banda di briganti che si era impadronito della fortezza di Sefforis; uno di Simone, già schiavo di Erode, che si proclamò re e bruciò i palazzi di Erode a Gerico e altrove; uno da Athronges e quattro fratelli, ciascuno dei quali governava su una banda, più o meno numerosa, di sua propria - e aggiunge inoltre, che oltre a questi c'erano numerosi pretendenti al nome di re, che uccidevano e derubavano in generale, e che uno di questi poteva benissimo essere identico al Teuda di cui parla Gamaliele; (4) che è difficilmente concepibile che uno scrittore di S.

La cultura e l'accuratezza generale di Luca, scrivendo durante il regno di Nerone, avrebbero potuto essere colpevoli di tale imprecisione come quella a lui imputata, tanto meno che un tale errore avrebbe dovuto essere commesso da qualsiasi autore che scrivesse dopo che la storia di Giuseppe Flavio era nelle mani degli uomini. Uno scrittore nel regno di Enrico VIII. difficilmente avrebbe invertito l'ordine di Wat Tyler e Jack Cade. La descrizione data da Gamaliele, dicendo che era qualcuno - i.

e., qualche grande personaggio - concorda con il resoconto sufficientemente vago dato da Giuseppe Flavio dei capi delle rivolte alla morte di Erode, specialmente, forse, con quello di Simone (che potrebbe aver preso il nome di Teuda come alias per nascondere sua origine servile) di cui dice che “si credeva più degno di ogni altro” del potere regale.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità