(19) Io Paolo l'ho scritto di mia mano. — San Paolo infatti introduce qui un vincolo regolare in forma giuridica, scritto (come, forse, fu scritta tutta la Lettera) di suo pugno. Così facendo continua ancora l'idea del versetto precedente; ma le seguenti parole mostrano che, sebbene disposto a mantenere il suo vincolo, conosceva troppo bene Filemone per supporre che l'avrebbe accettato.

È chiaro da questo passaggio che l'Apostolo aveva denaro che poteva giustamente chiamare suo. A Efeso, dove probabilmente conobbe Filemone per la prima volta, sarebbe stato probabilmente guadagnato nel lavoro con Aquila e Priscilla, come a Corinto, ed è possibile che ne rimanga ancora una parte. A Roma ora, difficilmente potrebbe provenire da qualsiasi altra fonte che le offerte della Chiesa di Filippi. Gli furono dati gratuitamente; potrebbe spenderli equamente per il proprio "figlio nella fede".

Anche se non ti dico... — Letteralmente, per non dirti. Qui san Paolo sfugge alla proficua promessa dell'ultimo versetto verso l'atmosfera più libera delle relazioni spirituali. Sapeva che questa promessa era giusta per lui da offrire, ma sbagliata per Filemone da accettare. Filemone doveva se stesso - il suo nuovo io in Cristo - all'Apostolo. In quello c'era un debito che non poteva ripagare, ma si sarebbe rallegrato anche di questa cosa più piccola da riconoscere.

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