Distruggerete completamente. — Il verbo è tacharîmû — cioè, Metterete al bando ( cherem ) , consacrare alla distruzione. Le parole del cherem sono quasi identiche a quelle del comando indignato di Mosè dopo la guerra con Madian cui alludeva nell'ultimo verso ( Numeri 31:17 ), e qui si fa la stessa eccezione.

(Comp. Levitico 27:21 ; Numeri 21:2 .) Le parole sono facili da leggere; è inutile soffermarsi sull'orrore del massacro che descrivono. Abbiamo sempre a che fare con le feroci passioni degli uomini che vivono in tempi di grossolana oscurità spirituale; poiché non possiamo dubitare che il giuramento contro Iabes-Galead sia stato eseguito, sebbene lo scrittore metta un velo su tutto tranne che sul risultato.

Il voto di distruzione ( cherem, anatema, Levitico 27:28 ) era ben diverso dal voto di devozione ( neder ) e dal voto di astinenza ( corban ) .

(11) Danzare nelle danze. — Forse i balli del festival vintage. C'è una fontana in una stretta valle, a poca distanza da Shiloh, che è stata molto probabilmente la scena di questo evento. È un'inutile congettura che la festa fosse la Pasqua ebraica, e le danze una commemorazione della sconfitta degli egiziani, come quelle di Miriam. Sembra che a Shiloh non ci fosse una città regolare; almeno, non sono rintracciabili rovine estese.

Si trattava probabilmente di una comunità come la Beth-Michea (vedi Nota ai Giudici 18:2 ), che era principalmente legata al servizio del Tabernacolo. Le "figlie di Sciloh" includerebbero naturalmente molte donne che erano in un modo o nell'altro impiegate in varie funzioni intorno al Tabernacolo, e non solo quelle che venivano lì per adorare ( 1 Samuele 2:22 , dove "riunito" dovrebbe essere reso servito , come in Numeri 4:23 ; "la serva" dei sacerdoti è menzionata in 2 Samuele 17:17 ). Ma le tracce di inservienti nel santuario sono più numerose nelle tradizioni ebraiche che nella Scrittura.

Ti becca ogni uomo sua moglie. — La scena è molto analoga al famoso sequestro delle Sabine alla Consualia, come descritto in Liv. io. 9. San Girolamo ( adv. Jovin, 1 § 41) cita un altro parallelo dalla storia di Aristomene di Messene, il quale una volta, in modo simile, catturò quindici fanciulle spartane, che ballavano alla Giacinto, e fuggì con loro.

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