Possiamo vedere così tanto; tanto è semplice questione di storia, che il peccato era nel mondo da Adamo in giù. Ma qui arriva la difficoltà. Il peccato c'era, ma perché il senso di colpa? E perché la morte, la punizione della colpa? L'uomo pre-mosaico peccava davvero, ma non poteva essere giustamente condannato per il suo peccato finché non ci fosse stata una legge che gli dicesse chiaramente la distinzione tra giusto e sbagliato.

Si osserverà che la legge di natura ( Romani 1:19 ; Romani 2:14 ) è qui trascurata. Nei luoghi citati, san Paolo parla della legge di natura solo come applicabile ai suoi contemporanei oa tempi relativamente recenti.

Non ne ributta il funzionamento nelle ere primitive del mondo; né si pronuncia sul grado di responsabilità che gli uomini, in quanto agenti morali, incorrevano allora. Ciò rientrerebbe nella dottrina secondo cui la coscienza del bene e del male si è formata gradualmente. Non è infatti da dire che san Paolo abbia esattamente anticipato gli insegnamenti della scuola induttiva dei moralisti, ma c'è molto nel loro sistema, o comunque nei risultati a cui sembrano arrivare, che sembra entrare in rapporti facili e armoniosi con l'insegnamento dell'Apostolo.

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