LXXV.

Alla nota di disperazione dell'ultimo salmo segue qui una nota di attesa ed esultanza mista. È come se la patetica domanda "Quanto tempo?" aveva risposto improvvisamente e inaspettatamente all'apparizione di un liberatore, inviato, come uno dei giudici di un tempo, proprio al momento necessario. Gli occhi d'Israele erano rivolti a oriente e occidente, a sud ea settentrione, ed ecco! in mezzo a loro si innalza chi salva.

Nessun periodo della storia si adatta a questo atteggiamento come i primi giorni dei successi asmonei, Mattatia e i suoi figli sono quelli che Dio "ristabilisce". Il “corno” che deve essere reciso è Antioco Epifane, che nel Libro di Daniele è descritto come “un piccolo corno, che crebbe grandissimo verso il mezzogiorno, e verso l'oriente, e verso la terra amena” ( Daniele 8:9 ).

Il salmo, qualunque sia il periodo che lo ha prodotto, è quasi interamente ispirato all'antico canto di Anna ( 1 Samuele 2 ), ma prende in prestito la sua immagine più importante, quella della coppa dell'ira, dai libri profetici. Non è, quindi, originale, ma, allo stesso tempo, non è carente di forza lirica, né carente di ritmo. Si apre con un distico di lode, e poi, con una rapidità che dà una svolta drammatica, introduce Dio pronunciando la restaurazione del diritto e dell'ordine. In Salmi 75:6 il poeta riprende nella propria persona, ma si conclude con un'altra parola divina.

Titolo. — Vedi i titoli dei Salmi 4, 57, 58

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità