CAPITOLO 23 Istruzioni Continua

I proverbi di apertura di questo capitolo trattano dell'autocontrollo nel frenare l'appetito e danno le buone maniere da osservare in presenza di un superiore. Avvertimenti contro le ricchezze e la loro incertezza sono contenuti in Proverbi 23:4 e Proverbi 23:5 .

Come sarebbe bene se la grande massa dei cristiani professanti, e anche alcuni veri credenti, prendessero in considerazione questa istruzione: "Faticatevi per non essere ricchi". Ma questa esortazione così come l'esortazione in 1Tm 6:1-10 è trascurata, e molti che professano di avere le loro ricchezze in Cristo, nei luoghi celesti e nella gloria infinita, si stancano del guadagno terreno e mirano a diventare ricchi. Ma le ricchezze hanno le ali; possono volare via velocemente come fa l'aquila quando sale verso il cielo.

Anche questo è menzionato nell'epistola a Timoteo, in cui i ricchi sono accusati di non essere altezzosi, né di confidare nelle ricchezze incerte, ma di essere ricchi in opere buone. Il malocchio menzionato in Proverbi 23:6 non ha nulla a che fare con la credenza superstiziosa che una persona con un malocchio possa lanciare un incantesimo per danneggiare gli altri. Significa persona disonesta, non sincera, farisaica. Mentre incita a mangiare e bere, si mostra amichevole, nel suo cuore intrattiene altri pensieri.

Non invidiare i peccatori è comandato in Proverbi 23:17 ; chi cammina tutto il giorno nel timore del Signore guarda alla loro fine, anche se ora possono prosperare, la loro prosperità finirà, ma l'attesa di chi teme il Signore non sarà stroncata.

A partire da Proverbi 23:22 è un'altra chiamata ad ascoltare. I genitori devono essere obbediti. La verità si compra e non si vende mai, così come la saggezza, l'istruzione e l'intelligenza. C'è spesso un prezzo da pagare per il possesso della verità. Alcuni hanno sofferto fino alla morte per possedere la verità e in sua difesa.

Quindi in Proverbi 23:26 c'è l'esortazione familiare: "Figlio mio, dammi il tuo cuore e i tuoi occhi si compiano nelle mie vie". Questa parola è spesso abusata quando viene applicata ai peccatori, ai non salvati. È indirizzato a un figlio. Il vangelo non viene al peccatore con l'esortazione “dare”; il peccatore non ha nulla da dare.

Il vangelo arriva con un'offerta e se si accetta l'offerta della grazia gratuita, il peccatore credente diventa figlio di Dio, figlio di Dio ed erede. Costui deve cedere tutto il suo cuore al Signore e i suoi occhi devono deliziarsi nelle Sue vie. Così Geova parlò a Salomone. Il capitolo termina con proverbi relativi all'autoindulgenza, al peccato di intemperanza ea tutto ciò che ne consegue.

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