(25) E se non è così ora, chi mi farà bugiardo e non farà valere le mie parole?

Giobbe dopo aver terminato il suo sermone, chiede ai suoi amici di affrontarlo se potessero. L'uomo di Uz, è evidente da sempre, aveva l'occhio per se stesso, e la loro ingiusta censura nei suoi confronti: quindi fa da un lungo discorso, una domanda breve ma sorprendente, che, se potessero confutare ciò che aveva detto, e mostrano il contrario, conforme a ciò su cui avevano insistito, che nessun uomo buono è stato fatto piangere, né il malvagio gioire, allora si potrebbe supporre che le sue miserie siano il risultato dei suoi peccati.

RIFLESSI

CHE benedetta risorsa è, in ogni momento e in ogni momento, quando contemplando l'apparente prosperità dei malvagi e l'apparente miseria dei giusti, ci rifugiamo non solo nella sovranità di DIO, ma nella giustizia di DIO. Quando esponiamo questa come una massima sicura e infallibile, che DIO è vero, che ogni uomo sia falso, siamo in grado di trarre da lì una conclusione altrettanto sicura, che per quanto possiamo essere incapaci di spiegare ciò che vediamo, o di riconciliare ciò che vediamo, eppure sono tutti facili da spiegare secondo il giusto modello di DIO e da riconciliare sui suoi principi divini di verità e giustizia.

Non farà bene il giudice di tutta la terra? Lettore, applica questa dottrina in ogni difficile provvidenza con la quale il Signore si compiace di esercitarti. Guarda tutto, e ogni evento, come originato dalla sua saggia nomina. Non può fare iniquità. E quando siamo in grado di tracciare, da un punto di vista, il bell'ordine che c'è in tutte le sue dispense riguardo alla sua chiesa e al suo popolo; ciò che ha fatto, ciò che sta facendo ora e ciò che farà: tutti gli eventi così messi in un'unica connessione; allora la gloria della sua saggezza è fatta in qualche misura e grado per apparire. Tali punti di vista, poiché riguardano noi stessi nelle circostanze comuni della vita, servono a riconciliare tutte le cose che vediamo nell'apparente gioia dei peccatori e nell'apparente dolore dei santi.

Ma a quale sublimità di pensiero si pone il soggetto, quando guardato con lo sguardo su GES! Gli ineguagliabili dolori del Figlio di DIO, quando dimorava in mezzo a noi, e gli scherni e i rimproveri che sosteneva dagli empi, se non guardati da questo punto di vista, coinvolgerebbero la mente in una perplessità senza fine. Ma quando io ti vedo, tu benedissi GES, come garante dei peccatori, sostenendo la maledizione, essendo reso peccato, e presentando l'offerta volontaria di un sacrificio giusto e immacolato per il tuo popolo, allora, su questi preziosi principi, posso spiega bene perché avrebbe dovuto essere, come in realtà era, che tu dovessi sopportare giustamente quell'ira che era dovuta al peccato; e, posto te stesso al posto del peccatore, per ricevere tutto ciò che era dovuto al peccatore, affinché la giustizia divina potesse essere soddisfatta, la legge di DIO magnificata,

O dolce e gloriosa visione di GES nelle sue sofferenze! Qui Giobbe, se fosse vissuto fino a questi giorni, avrebbe potuto guardare, e da qui trarre tutti i suoi argomenti, che DIO può essere giusto nell'affliggere, come nel caso del suo caro Figlio, il giusto, e facendolo essere peccato per noi , che non conobbe peccato, affinché potessimo fare in lui la giustizia di DIO. Prezioso GES! mai, mai lasciarmi perdere di vista te e le tue sofferenze, quando sorge qualcosa di sconcertante.

E quando sotto i miei piccoli esercizi la mia mente cede per l'incredulità; quando ogni rifugio mi viene meno e nessuno si cura della mia anima, allora SIGNORE sii il mio rifugio, la mia parte e la mia speranza, nella terra dei viventi.

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