E Pilato scrisse un titolo, e lo mise sulla croce, e la scritta era: GES DI NAZARETH, IL RE DEI GIUDEI. (20) Questo titolo poi leggeva molti dei Giudei: perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città: ed era scritto in ebraico, greco e latino. (21) Allora i capi dei sacerdoti dei Giudei dissero a Pilato: Non scrivere, re dei Giudei; ma che ha detto, io sono il re dei Giudei. (22) Pilato rispose: Quello che ho scritto, l'ho scritto.

C'è qualcosa di molto suggestivo e ben degno della nostra considerazione, nel titolo che Pilato ha scritto e messo sulla croce di Cristo. Pregherò di trattenere il Lettore mentre propongo un'osservazione o due su di esso.

Dalla storia risulta che era usanza dei Romani, quando in ogni momento infliggevano la pena capitale, proclamare prima il nome ei delitti della persona che doveva subire. A volte questo veniva fatto da un araldo che andava davanti al colpevole nel luogo dell'esecuzione, ea volte pubblicando il suo nome e i suoi crimini sopra la sua testa, affinché tutti i passanti potessero leggere. E in tutti quei casi, fu fatto per giustificare la sentenza, e per far conoscere l'equità della nazione e del carattere romani.

In questo caso del nostro caro Signore, ci sono due punti che meritano più particolarmente la nostra attenzione. La prima è che l'Iscrizione sulla croce di Cristo era esattamente il contrario di ciò che intendevano, poiché confermava l'innocenza di Cristo e provava con la loro stessa confessione ciò che Gesù aveva affermato; Questo è il re dei giudei. E l'altro è che lo stesso Pilato che aveva condannato a morte Gesù per la pretesa, ora lo confermava di sua mano.

E non appena la cosa fu fatta, alcuni dei più sapienti percepirono la dimenticanza e pregarono Pilato di modificarla. Ma il Signore che costrinse così la mano di Pilato a onorare Cristo e a scrivere il proprio mittimus di condanna, trattenne il suo cuore dal permettere qualsiasi cambiamento. Quello che ho scritto, (disse), l'ho scritto. E questa positività in un personaggio come Pilato è la più meravigliosa, che prima aveva mostrato una mente così mutevole, timorosa e irresoluta.

Lettore! pensateci, ed osservate come il Signore ha così annullato il tutto per rivendicare l'innocenza di Cristo, per proclamare i suoi diritti d'autore e per far pubblicare il suo nome nelle tre grandi lingue della parte principale del mondo allora governante. La lingua ebraica essendo la lingua degli ebrei, il greco dei gentili tra le maggiori parti della terra, e il latino il dialetto ordinario dei romani. Che cosa poteva aver indotto tutte queste cose se non la potenza predisponente del Signore? E chi se non deve vedere la mano divina nel tutto?

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