Le più giovani [5] (vedove) dovrebbero sposarsi. Coloro che intendono questo come un comando o un'esortazione a tutte le vedove a sposarsi, fanno contraddire se stesso san Paolo e il consiglio che dava alle vedove 1 Corinzi vii. dove dice: (vers. 40.) Lei (la vedova) sarà contenta se rimarrà così secondo il mio consiglio; e quando si dice, dovrei essere tutto come me stesso. [Vedi le note su quei luoghi.

] Egli può quindi intendere solo tali giovani vedove, di cui sta parlando, che sono come fare di peggio. Così è esposto da san Girolamo alla Sabina:[6] «Prenda piuttosto marito che il diavolo». E in un'altra epistola, ad Ageruchia: "Meglio prendere un secondo marito che molti adulteri". San Giovanni Crisostomo[7] su questo versetto: Io lo voglio, o vorrei che si sposino, perché lo faranno loro stessi. Vedi anche sant'Agostino,[8] de Bono viduitatis, cap. viii. (Conam)

[BIBLIOGRAFIA]

Volo juniores nubere, greco: boulomai neoteras gamein.

[BIBLIOGRAFIA]

San Girolamo, (Ep. ad Sabinam, tom. iv. part. 2. p. 669.) maritum potius accipiat quam diabolum. Lo stesso autore, (Ep. ad Ageruchiam. p. 741.) multo tolerabilius habere secundum virum, quam plures adulteros.

[BIBLIOGRAFIA]

San Giovanni Crisostomo, ( greco: log. ie. p. 311.) greco: boulomai, epeide autai boulontai.

[BIBLIOGRAFIA]

Sant'Agostino, (de bono viduitatis, cap. viii.) nubant antequam Deo voveant, quod nisi reddant, jure damnantur. E nel Salmo lxxv. Quid est primam fidem irritam fecerunt? voverunt et non reddiderunt. E ancora sant'Agostino, Non sitis pigri ad vovendum. Non enim viribus vestris implebitis: deficietes, si de vobis præsumitis, si autem de illo cui vovistis, vovete, securi reddetis.

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