Il motivo per cui lo Spirito Santo si mostrò sotto forma di colomba, era perché non poteva essere visto nella sostanza della sua divinità. Ma perché una colomba? Per esprimere quella semplicità acquisita nel sacramento del battesimo. Siate semplici come colombe; a significare quella pace donata dal battesimo, e prefigurata dal ramo d'ulivo che la colomba riportò all'arca, vera figura della Chiesa, e che fu l'unica salvezza dal diluvio distruttivo.

(Sant'Ambrogio) --- Obietterai: Cristo, sebbene fosse Dio, non sarebbe stato battezzato fino all'età di 30 anni, e tu ordini che si riceva il battesimo prima? Quando dici, sebbene fosse Dio, risolvi la difficoltà. Poiché non aveva affatto bisogno di essere purificato; naturalmente, non poteva esserci pericolo nel differire il suo battesimo. Ma avrai molto di cui rispondere se, essendo nato nella corruzione, uscirai da questo mondo senza la veste dell'incorruttibilità. (Gregorio di Nazianzo, orat. 40.)

Osservazioni sulle due genealogie di Gesù Cristo.

Per fare qualche tentativo di delucidazione dell'attuale difficilissimo argomento di indagine, dobbiamo ricordare: 1. Che nel linguaggio delle Scritture la parola generò si applica al remoto, così come all'immediato, discendente dell'antenato; così che se Marco fosse figlio, Tito nipote e Caio pronipote di Sempronio, nel linguaggio della Scrittura si potrebbe dire che Sempronio generò Caio.

Questo spiega l'omissione di diverse discese in San Matteo. 2. La parola generò, si applica non solo alla progenie naturale, ma anche alla progenie assegnata per legge all'antenato. 3. Se un uomo sposava la figlia di un figlio unico di un altro, secondo la legge ebraica diventava figlio di quella persona, e quindi gli era assegnato per legge un figlio. Le ultime due posizioni mostrano in che senso Aorobabel fosse figlio sia di Neri che di Salathiel, e Giuseppe figlio sia di Giacobbe che di Eli, o Gioacchino.

--- "S. Matteo, discendendo da Abramo a Giuseppe, sposo della beata Vergine, parla di un figlio propriamente chiamato, e per generazione Abramo generò Isacco, ecc. Ma san Luca ascendendo da Gesù a Dio stesso, parla di un figlio così chiamato propriamente o impropriamente, per questo usa un'espressione indeterminata, dicendo: figlio di Giuseppe, che era di Heli.

Che San Luca non parli sempre di un figlio propriamente chiamato, e per generazione, appare dal nome e dal cognome; poiché Gesù era solo il figlio putativo di Giuseppe, perché Giuseppe era lo sposo di Maria, la madre di Cristo; e Adamo era solo figlio di Dio per creazione. Ciò premesso, dobbiamo riconoscere nella genealogia di san Luca due figli impropriamente detti, cioè due generi, invece di figli.

Come tra gli ebrei, le donne non entravano nella genealogia, quando una casa finita da una figlia, invece di nominare la figlia nella genealogia, chiamavano il genero, che aveva per suocero il padre di sua moglie. I due generi citati in san Luca sono Giuseppe, genero di Eli, e Salathiel, genero di Neri. Questa osservazione chiarisce la difficoltà. Giuseppe, figlio di Giacobbe, in S.

Matteo, era il genero di Eli, in San Luca; e Salathiel, figlio di Ieconia, in san Matteo, era genero di Neri, in san Luca. Maria era la figlia di Eli, Eliacim, o Joacim, o Joachim. Giuseppe, figlio di Giacobbe, e Maria, figlia di Eli, avevano un'origine comune; entrambi discendenti da Zorobabel, Giuseppe da Abiud il maggiore, e Maria da Resa, il fratello minore. Giuseppe discendeva dal ramo reale di Davide, di cui Salomone era il capo; e Maria dell'altro ramo, di cui Nathan era il capo.

da Salathiel, padre di Zorobabel, e figlio di Jechonias, Giuseppe e Maria discendevano da Salomone, figlio ed erede di Davide. E dalla moglie di Salathiel, madre di Zorobabel, e figlia di Neri, di cui Neri Salathiel era genero, Giuseppe e Maria discendevano da Nathan, l'altro figlio di Davide, così che Giuseppe e Maria si riunirono in se stessi tutto il sangue di Davide. San Matteo porta la genealogia di Gesù ad Abramo; questa era la promessa del Messia, fatta agli ebrei; San Luca la porta ad Adamo, la promessa del Messia, fatta a tutti gli uomini».

Qualunque siano le difficoltà che accompagnano le genealogie, è evidente che derivano dalla nostra imperfetta conoscenza delle leggi, degli usi e del linguaggio degli ebrei, dalla nostra ignoranza del vero metodo per conciliare le apparenti incongruenze, o da alcune corruzioni che in il processo del tempo potrebbe essersi insinuato nel testo. Il silenzio dei nemici del vangelo, sia pagani che ebrei, durante anche il primo secolo, è di per sé una prova sufficiente, che né l'incoerenza né la corruzione potrebbero allora essere addotte contro questa parte della storia evangelica.

Se la discendenza lineare di Gesù da Davide non fosse indiscutibile, egli non potrebbe possedere il carattere essenziale del Messia, né alcun diritto al trono giudaico. Possiamo quindi affermare con sicurezza che la sua regolare discendenza lineare da David non poteva essere confutata, poiché non fu nemmeno contestata in un momento in cui da sola avrebbe potuto essere fatta così con successo; e da coloro che tanto si interessavano a falsificare le prime autorità cristiane.

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