Poiché questo capitolo è quasi verbalmente simile al 5°, 7° e 12° di S. Matteo e al 3d di S. Marco, il lettore può rimandare a questi per ulteriori spiegazioni. --- il secondo-primo sabato. Passaggio oscuro, nel quale san Girolamo dice a Nepoziano[1] di aver consultato il suo maestro, san Gregorio di Nazianzo, ma invano. San Giovanni Crisostomo, Hom. xl. in Matt., lo prende per una doppia festa, o un doppio riposo: per cui si può intendere o un sabato, e un'altra festa che concorre nello stesso giorno; o un sabato e una festa immediatamente successivi l'uno all'altro.

Teofilatto dice lo stesso; e che poi l'ultimo giorno, nel quale dovevano riposarsi, fu chiamato secondo-primo. Altri dicono che quando i Giudei celebravano per sette giorni la loro solenne festa pasquale, l' ultimo giorno veniva chiamato secondo-primo, perché veniva celebrato con la stessa solennità del primo giorno. Vedi Maldonato. Interpreti successivi hanno scoperto altre esposizioni, di cui la più plausibile sembra essere, che per secondo-primo sabato si può intendere la festa di Pentecoste (che avveniva anche quando il grano era maturo in Palestina).

Per intenderci bisogna notare che i Giudei avevano tre feste grandi e solenni: 1. Quella della Pasqua, o grande festa pasquale, con i sette giorni degli azzimi; il 2d. era la grande festa di Pentecoste; e il 3d. era la festa, detta dei tabernacoli. Si suppone quindi che la festa pasquale fosse chiamata primo-primo sabato, che la Pentecoste fosse chiamata secondo-primo sabato e quella dei tabernacoli terzo-primo, o grande sabato. (Conam)

[BIBLIOGRAFIA]

In Sabbato secondo-primo greco: en sabbato deuteroproto. Cfr. San Giovanni Crisostomo, Hom. xl. in Matt. nell'edizione latina, nel greco di Savil greco: om lth p. 262, tom. ii. Greco: otan e argia e, kai tou sabbatou tou kuriou, kai eteras eortes diadechomenes. Vedere St. Hieron.[St. Girolamo,] ad Nepotianum. tom. iv, parte 2, p. 262. Ed. Ben.

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