La canna ammaccata. Il profeta qui mostra la mitezza del nostro Salvatore, il quale, sebbene avesse potuto spezzarli come una canna e come una canna contusa, tuttavia non l'avrebbe fatto; e sebbene avrebbe potuto facilmente estinguere la loro collera e la loro ira, tuttavia la sopportò per un po', con singolare clemenza, finché non avesse inviato il giudizio alla vittoria, cioè finché la giustizia non fosse apparsa trionfante, finché Cristo non avesse adempiuto ogni cosa, e alzò il suo più illustre trofeo: finché i Gentili non avranno riposto la loro fiducia nel suo adoratissimo nome, e gli Ebrei non avranno motivo, nonostante la loro impareggiabile ostinazione, di rispondere.

(San Giovanni Crisostomo, hom. xli). --- Giudizio alla vittoria. San Girolamo e sant'Ilario espongono queste parole in conformità con la loro interpretazione dei due versetti precedenti, come segue: "Il Signore custodirà e sosterrà gli infermi e i deboli in questo tempo di penitenza e di libertà vigilata, invitandoli a una maggiore forza, e carità leggera e perfetta, finché non sia tolto il potere della morte, finché non ritorni a giudicare il mondo, quando il suo giudizio sarà vittorioso; sebbene, nel frattempo, possa sembrare spesso soppresso, e anche soggiogato dalla volontà ostinata dell'uomo.

Ma l'esposizione, più conforme al senso letterale del profeta, è: sosterrà i deboli con la sua mitezza, finché avverrà che il suo giudizio, che è venuto ad annunziare ai pagani, sia condotto alla vittoria, da la sua verità diventi universalmente trionfante sul mondo, e nel suo nome tutte le genti spereranno (Giansenius). --- Così sopporterà con la poca luce e virtù dei suoi nemici, finché la luce splendente della sua fede e il calore e forza della sua grazia, ottenete nei loro cuori e trionfate su ogni opposizione.(Haydock)

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