Che ogni anima, o tutti, siano soggetti, ecc.[1] Gli ebrei tendevano a ritenersi non soggetti a principi temporali, quanto a tasse, ecc. e perché i cristiani non fraintendano la loro libertà cristiana, qui insegna loro che tutti (anche i sacerdoti e i vescovi, dice san Giovanni Crisostomo) devono essere soggetti e obbedienti ai principi, anche ai pagani, come lo erano allora, quanto alle leggi che riguardano la politica del governo civile, onorandoli, ubbidendo loro e le loro leggi, poiché è volontà di Dio, perché il potere con cui agiscono è da Dio.

Così che resistergli, è resistere a Dio. E ogni cristiano deve obbedire loro anche per motivi di coscienza. San Giovanni Crisostomo nota che san Paolo non dice che non c'è principe se non da Dio, ma solo che non c'è potenza se non da Dio, intendendo nessuna potestà lecita, e parlando di leggi vere e giuste. Vedi casa. xxiii. (Conam)

[BIBLIOGRAFIA]

Non est potestas, greco: exousia, nisi a Deo. San Giovanni Crisostomo, greco: om. kg. P. 189. Greco: ouk eipen, ou gar estin archon ei me upo tou theou, alla peri tou pragmatos dialegetai legon, ou gar estin exousia.

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