Romani 7:1

_Finché vive; o, finché vive. (Challoner) --- Questa sembra la costruzione letterale, piuttosto che finché lui, l'uomo, vive. Perché qui san Paolo paragona la legge (che in greco è al maschile) al marito, che una moglie non può lasciare, né sposarsi con un altro, finché vive il marito, senza essere... [ Continua a leggere ]

Romani 7:5

Perché _quando eravamo nella carne; cioè vissute secondo la carne, le passioni dei peccati, che erano dalla legge: non dice, come osserva san Giovanni Crisostomo, che furono causate dalla legge, ma solo da essa, nel senso che furono causate da la conoscenza della legge, ma propriamente causata da no... [ Continua a leggere ]

Romani 7:6

_Ma ora sono sciolti dalla legge della morte, per la quale molti capiscono dalla legge di Mosè; così chiamata, perché non poteva da sola dare la vita di grazia, e cagionò la morte. Altri espongono queste parole, liberi dalla legge della morte, cioè dai peccati, di cui prima erano stati colpevoli, e... [ Continua a leggere ]

Romani 7:7

_La legge (di Mosè) è peccato? Dio non voglia. L'apostolo dichiara che la legge stessa era tutt'altro che peccaminosa; al contrario, che era buona, spirituale, santa: ma, dice, non dovrei riconoscere la concupiscenza come peccaminosa, a meno che la legge non dicesse: non desidererai; da ciò è reso n... [ Continua a leggere ]

Romani 7:8

_Peccato, cogliere l'occasione. Il peccato, o concupiscenza, che si chiama peccato, perché è dal peccato e conduce al peccato, che prima dormiva, fu risvegliato dal divieto; la legge non ne è la causa, né ne dà giustamente occasione: ma l'occasione è colta dalla nostra natura corrotta per resistere... [ Continua a leggere ]

Romani 7:9

_Ho vissuto un po' di tempo senza la legge; cioè senza la conoscenza della legge. Questo alcuni lo capiscono san Paolo nel tempo della sua fanciullezza, prima che venisse a conoscenza di ciò che era proibito da qualsiasi legge. Ma l'esposizione, che concorda con il resto di questo capitolo, è questa... [ Continua a leggere ]

Romani 7:13

_Che appaia peccato, o che appaia il peccato; cioè. per essere il mostro che è, che è anche capace di prendere occasione da ciò che è buono per operare la morte. (Sfidante)_... [ Continua a leggere ]

Romani 7:14

_Sono carnale, venduto sotto il peccato, uno schiavo soggetto a inclinazioni peccaminose, che sono peccati propriamente solo quando sono acconsentite dal nostro libero arbitrio. C'è stata una grande disputa sia tra gli interpreti antichi che successivi, se san Paolo da questo versetto fino alla fine... [ Continua a leggere ]

Romani 7:15

_Per quello che lavoro, non capisco. Conoscere , o capire è spesso, nello stile delle Scritture, come approvare o amare: quindi il senso qui è: non approvo ciò che faccio, cioè ciò che mi accade nella mia parte sensibile, nel mio immaginazione, o nelle membra del mio corpo, che in verità il giusto s... [ Continua a leggere ]

Romani 7:17,18

_Ora poi non sono più io che lo faccio: la volontà buona è presente con me. Queste espressioni mostrano tutte che egli parla di tentazioni che toccano solo i sensi, l'immaginazione o le membra del corpo, ma alle quali la mente e la volontà non danno alcun consenso, ma ne conservano un'avversione; e... [ Continua a leggere ]

Romani 7:22

_Mi rallegro della legge di Dio secondo l'uomo interiore. Finché l'uomo interiore, o l'interiorità dell'uomo, è giusto, tutto è giusto. --- (Percepisco un'altra legge nelle mie membra, combattenti, e diversa dalla legge della mia mente: questo è vero in ogni uomo che solo lotta e resiste alle tentaz... [ Continua a leggere ]

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