l'esempio del maestro

Giovanni 13:12-20

Nonostante la sua grande umiltà, Gesù si aspetta di essere considerato Maestro e Signore; lo chiamiamo e lo trattiamo così? Dobbiamo essere disposti a obbedirGli come un soldato a obbedire ai suoi ufficiali in comando, anche quando l'ordine è in conflitto con la sua comodità, convenienza o sicurezza. Dobbiamo anche fare gli uni per gli altri, nella nostra povera misura, ciò che Egli ha fatto per noi, assumendo su di noi la forma e l'opera di uno schiavo, affinché possiamo toglierci l'uno dall'altro ogni macchia che può essere stata contratta.

Solo quando ci siamo abbassati all'umiltà più semplice e più bassa siamo in grado di elevare i nostri fratelli a una vita più pura e più nobile. Vegliamo sulle anime gli uni degli altri, come coloro che devono rendere conto.

Quale dolore deve aver costantemente pesato sul cuore del nostro Salvatore sapendo che tutto il Suo amore e la Sua cura sarebbero stati respinti da Giuda, come la roccia in un giardino fiorito si rifiuta di rispondere agli influssi geniali della primavera! Alzare il tallone, cioè scalciare, è emblematico di brutale malizia. Questo tradimento, previsto da Cristo, si è trasformato in sostegno della fede dei discepoli. Quando avvenne l'incidente, come predetto, sapevano che Gesù era tutto ciò che aveva dichiarato di essere.

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