Nel primo anno del regno di Dario, Daniele, che evidentemente non era solo un uomo di preghiera, ma un diligente studioso degli scritti profetici, si rese conto che i settant'anni di giudizio su Gerusalemme predetti da Geremia stavano volgendo al termine. Si mise dunque a cercare il Signore con la preghiera personale e la penitenza a favore del suo popolo, confessando il proprio peccato e perorandone la causa. Pregò il Signore che fossero soppresse le ingiurie cadute su Gerusalemme e, come tante volte avevano fatto gli uomini di vista, fondò la sua supplica sull'onore del Signore.

Il linguaggio di questa preghiera di intercessione rivela un uomo familiare con Dio in tutto il significato più alto di quella parola, e quindi profondamente consapevole della peccaminosità della ribellione e del fallimento del suo stesso popolo.

Durante questa intercessione Gabriele si avvicinò a lui, dichiarandogli prima di tutto che era "molto amato", esortandolo a considerare la questione ea comprendere la visione. Quindi gli fece una rivelazione riguardo al programma divino. Settanta settimane furono decretate sul popolo e sulla città. Questi erano divisi in tre periodi, il primo di sette settimane, il secondo di sessantadue settimane e il terzo di una settimana.

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