Le ultime cose furono rivelate a Daniele durante il regno di Ciro. Per tre settimane intere pianse e digiunò come risultato della rivelazione di una grande guerra. Alla fine di quel periodo gli apparve, presso il grande fiume Hiddekel, una Persona gloriosa. La descrizione, se confrontata con quella di Giovanni a Patmos, non lascia dubbi sul fatto che in questo capitolo abbiamo il racconto di una delle Cristofanie dell'Antico Testamento. La rivelazione fu così radiosa che Daniel si ridusse alla debolezza in presenza di essa e si riempì di un senso di stupore travolgente.

Mentre era prostrato nella polvere, sentì il tocco di una mano e fu sollevato nella posizione di omaggio e adorazione. Colui che così gli era apparso e lo aveva toccato, allora gli si rivolgeva con parole piene di tenerezza, invitandolo a non temere, dichiarando che la sua fedeltà a Dio era conosciuta e apprezzata.

Il glorioso poi procedette a predire la storia del popolo di Daniele negli ultimi giorni. C'è un tocco di meraviglia mistica in questa storia poiché questo glorioso Uno parla di essere stato con i re di Persia, di essere in conflitto con i principati, di avere il dominio sui regni terreni e di essere aiutato da un principe Michele, evidentemente di natura spirituale piuttosto che una manifestazione materiale.

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