I leader di questo ritorno erano evidentemente consapevoli delle questioni di reale importanza nella vita del popolo. Non appena si stabilirono nelle loro città, fu stabilito l'altare di Dio a Gerusalemme. L'affermazione: "Poiché la paura era su di loro a causa della gente dei paesi", ha dato origine a moltissime interpretazioni diverse. Forse quello che si armonizza meglio con l'intera storia è che erano consapevoli del fatto che, trascurando l'altare di Dio in passato, erano stati contaminati dalle pratiche idolatriche dei popoli circostanti; e per impedire il ripetersi di tale peccato eressero subito il vero altare. È più probabile che questa sia un'interpretazione corretta in considerazione del fatto che, qualunque sia il fallimento che ha caratterizzato queste persone nella loro storia, non sono mai più tornate all'idolatria.

La prima festa che osservavano, secondo il periodo dell'anno, era la festa dei Tabernacoli, che era la più gioiosa di tutte le feste del Signore. Stabilirono anche tutte le feste e, per quanto possibile, restaurarono l'ordine di culto stabilito da Dio. Poi subito iniziarono i lavori di costruzione del Tempio. Furono gettate le fondamenta e nel secondo anno del ritorno, con adeguate cerimonie di lode, si rallegrarono.

La mescolanza di lacrime e canzoni è di per sé notevole. Ricordando la prima casa, i vecchi piansero. Questo può essere ben compreso quando si pensa alla relativa insignificanza e povertà delle persone che venivano raccolte. Eppure ci fu anche un grande grido di lode, perché una nuova speranza si era impossessata dei loro cuori.

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