L'argomento di questa epistola è l'apostasia. L'apostasia si mostra come un ritorno volontario all'empietà. Si tratta di due classi: coloro che "non hanno tenuto" e quindi sono "trattenuti"; e quelli che "si conservano" e sono "impegnati dall'inciampare".

La fede era in pericolo e Giuda scrisse esortandoli a lottare seriamente per la fede. La fede per la quale implorò era una vita di lealtà al Signore. Il pericolo era creato dalla presenza e dall'influenza di alcuni uomini che facevano della grazia di Dio un'occasione di lascivia.

Sono state fornite tre illustrazioni dei risultati malvagi dell'apostasia, quelli di Israele, degli angeli e delle città della pianura. Il torto fondamentale degli uomini a cui si fa riferimento era l'insubordinazione: "non trascuravano il dominio e insultavano i dignitari". L'influenza di tali uomini è come quella di Caino, l'odio e l'omicidio; di Balaam, seduzione e menzogna; di Korah, invidia e ribellione. In un passaggio pieno di forza ardente, Giuda denunciò il male di questi uomini empi.

Viene affrontato il tema dell'atteggiamento dei credenti di fronte a tutti questi pericoli. In primo luogo, ci deve essere il riconoscimento del pericolo. Presenta due segni distintivi. Il primo è che la loro influenza è che "fanno separazioni", e il secondo è che il loro carattere è sensuale, non spirituale. In presenza di questi pericoli è importante che i credenti “si mantengano nell'amore di Dio”. Questo deve essere fatto costruendo sulla fede, pregando nello Spirito e cercando la misericordia.

C'è un dovere relativo. "Di alcuni abbi pietà", cioè quelli in dubbio. "Alcuni salva", cioè, probabilmente, come era stato intrappolato. Questi devono essere strappati dal fuoco. "Di alcuni abbi pietà della paura", si riferisce forse agli stessi libertini.

L'epistola si chiude con una gloriosa dossologia che attribuisce a Dio Salvatore ogni onore perché Egli è in grado di realizzare la salvezza dei suoi fedeli in due modi, che sono onnicomprensivi: quanto alla continuità, "capace di proteggerti dall'inciampo" ; e quanto al compimento, «per mettervi dinanzi alla presenza della sua gloria».

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