Allora Filippo scese nella città di Samaria e predicò loro Cristo.

Allora Filippo, non l'apostolo di quel nome (come supponevano alcuni dei padri), poiché in tal caso (come osserva Grozio) gli apostoli non avrebbero avuto bisogno di mandare alcuni di loro a imporre le mani sui discepoli appena battezzati ( Atti degli Apostoli 8:14 ). Era il diacono con quel nome, che nell'elenco dei sette si trova accanto a Stephen, probabilmente come il secondo più importante. Probabilmente (come suppone Meyer) la persecuzione era diretta soprattutto contro i colleghi di Stephen.

Sono andato giù alla città di Samaria , х eis ( G1519 ) Polin ( G4172 ) Samareias ( G4540 ). Lachmann inserisce l'articolo prima di polin ( G4172 ), i trascrittori, senza dubbio, intendendo il maiuscolo, e ritenendo l'articolo necessario per esprimerlo.

Ma le autorità sono decisive contro di essa, e Tischendorf aderisce correttamente al testo ricevuto]. I nostri traduttori, rendendo la frase "la città di Samaria", intendevano evidentemente la capitale; e così Erasmus, Calvin, Beza, Grotius, Hackett, ecc. Ma la stessa frase è usata in Giovanni 4:5 - "una città di Samaria" - dove si chiama espressamente Sichar come la città intesa.

Se questo è il senso della frase qui, Samaria significa la regione o il paese; e così Lightfoot, Bengel, DeWette, Meyer, Olshausen, Neander, Humphry, Alford, Webster e Wilkinson, e Lechler, lo capiscono. Probabilmente Sychar è un luogo in questo momento di crescente importanza. Sia l'eccitazione religiosa provocata da Simone Mago, sia i successivi trionfi del Vangelo in quel luogo si accordano bene con quanto leggiamo di Sicar nel Vangelo di Giovanni ( Giovanni 4:1) - come un luogo sul quale era avvenuto qualche anno prima un grande cambiamento religioso - un cambiamento i cui buoni effetti rimanevano ancora; il cui carattere imperfetto li ha esposti alle imposture di Simone Mago, in primo luogo, ma la cui realtà e forza hanno permesso loro di vedere attraverso l'inganno quando esposti alla luce del Vangelo glorioso che Filippo ha portato loro.

Forse dovremmo sottolineare la provvidenza che ha inviato un ebreo greco, o ellenistico, a un popolo che, per antipatia nazionale, avrebbe potuto essere meno disposto (come osservano Webster e Wilkinson) a un nativo della Giudea.

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