A che giova infatti l'uomo se guadagnerà il mondo intero e perderà la propria anima? o cosa darà un uomo in cambio della sua anima?

Di che giova infatti l' uomo se guadagna il mondo intero e perde [ zeemioothee ( G2210 ) - o 'perde'] la propria anima? o cosa darà un uomo in cambio della sua anima? Invece di queste pesanti parole, che troviamo anche in Marco, è così espresso in Luca: "Se guadagna il mondo intero e perde se stesso, o è gettato via" х heauton ( G1438 ) de ( G1161 ) apolesas ( G622 ) ee ( G2228 ) zeemiootheis ( G2210 )], o meglio, 'Se guadagna il mondo intero, e distrugge o perde se stesso.

' Com'è terribile la posta qui esposta! Se un uomo fa del mondo presente - nelle sue varie forme di ricchezze, onori, piaceri e simili - l'oggetto della suprema ricerca, sia che guadagni il mondo; eppure insieme ad essa perde la sua stessa anima. Non che qualcuno abbia mai fatto, o mai guadagnerà, il mondo intero - una piccolissima parte di esso, in effetti, spetta alla sorte dei devoti di maggior successo del mondo - ma per fare la stravagante concessione, che donandosi interamente a esso, un uomo guadagna il mondo intero; tuttavia, contrapponendo a questo guadagno la perdita della sua anima, dopo necessariamente la resa di tutto il suo cuore al mondo, che cosa gli giova?

Ma, se non il mondo intero, forse qualcos'altro può essere concepito come un equivalente per l'anima. Bene, cos'è? - "O cosa darà un uomo in cambio della sua anima?" Così, nel linguaggio il più pesante, perché il più semplice, nostro Signore chiude i suoi ascoltatori, e tutti coloro che leggeranno queste parole fino alla fine del mondo, al valore inestimabile per ogni uomo della propria anima.

In Marco e Luca sono aggiunte le seguenti parole: "Chi dunque si vergognerà di me e delle mie parole" - "si vergognerà di appartenere a me, e si vergognerà del mio Vangelo", "in questa generazione adultera e peccatrice" (cfr. la nota a Matteo 12:39 ), "di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria del Padre suo, con i santi angeli" ( Marco 8:38 ;Luca 9:26

Renderà a quell'uomo il proprio trattamento, rinnegandolo davanti alla più augusta di tutte le assemblee, e mettendolo a "vergogna e disprezzo eterno" ( Daniele 12:2 ). "O vergogna", esclama Bengel, "essere svergognato davanti a Dio, a Cristo e agli angeli!" Il senso della vergogna è fondato sul nostro amore per la reputazione, che provoca un'avversione istintiva a ciò che è atto ad abbassarla, e ci è stato dato come preservativo di tutto ciò che è propriamente vergognoso.

Perdersi per la vergogna, significa essere quasi oltre la speranza. ( Sofonia 3:5 ; Geremia 6:15 ; Geremia 3:3 ) Ma quando Cristo e le sue "parole" sono impopolari, lo stesso desiderio istintivo di stare bene con gli altri genera quella tentazione di vergognarsi di Lui che solo l'espulsivo potere' di un affetto superiore può efficacemente contrastare.

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