Un fratello offeso è più difficile da vincere che una città forte: e le loro contese sono come le sbarre di un castello.

Un fratello offeso, [ nipshaa` ( H6586 ) - offeso dalla defezione o trasgressione di suo fratello; oppure, essendo stato abbandonato dal fratello] (è più difficile da vincere che) una città forte. Maurer evita i puntini di sospensione traducendo: "Un fratello è più veementemente refrattario (resiste con più violenza) di una città forte". Ma la coniugazione nifale o passiva favorisce maggiormente la versione inglese. Tacito, 'Hist.' 4: 15, 'Gli odi dei parenti più prossimi sono generalmente i più feroci.' E le (loro) contese (sono) come le sbarre di un castello - più difficili da rompere di quelle di umili edifici.

I litigi dei fratelli precludono una via alla riconciliazione. Più stretta è la cravatta, maggiore è l'alienazione quando la cravatta è stata spezzata. Il più grande amore, quando viene ferito, si trasforma nel più grande odio. Un torto da parte di un fratello sembra tanto più amaro quanto più si pensa ai massimi benefici dovuti da un fratello, e li si aspetta. Aggiunge al rancore il fatto che le reciproche colpe siano meglio conosciute dai fratelli. Plutarco annovera tra le 'impossibilità' una vera e solida riconciliazione dei fratelli offesi. Ma cfr. Luca 18:27 .

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