Efesini 6:13

La ragione espressa in questa parola "perché" è contenuta nel brano che precede il testo. «Noi lottiamo non contro la carne e il sangue», dice san Paolo, «ma contro la malvagità spirituale negli alti luoghi» esseri spirituali alti, sottili, malvagi, sempre pronti e, ma per la grande misericordia e potenza di Dio che ci protegge, sempre capaci di ingannare noi e per sviarci.

I. Non basta che un uomo sia soddisfatto di essere stato portato in quella relazione con Dio che il Vangelo porta, non abbastanza perché creda che una volta per tutte i suoi peccati sono stati mondati nel sangue dell'Agnello. Sorge questa domanda: che un uomo abbia ricevuto questa dottrina in modo così perfetto e sincero, non abbia alcun dubbio sulla realtà della nuova relazione come redento in cui sta al suo Dio per mezzo di Cristo, c'è un uomo vivere quel peccato no? Può sentirsi ancora indubbiamente in quel rapporto con Dio che il Vangelo significa con questo senso di peccato ancora rinnovato su di lui?

II. La nostra vita non deve essere una continua vana ricerca del pentimento, ma deve essere perennemente e sempre una sequela di Dio umile, penitente e fiduciosa. Dobbiamo "crescere nella grazia". Alcuni negano la dottrina della crescita nella grazia, e sostengono che il cambiamento deve essere assolutamente perfetto e completo, altrimenti non può aver avuto luogo; ma man mano che miglioriamo in santità cresciamo nella grazia e nella pace: mentre lottiamo onestamente, e gradualmente più vittoriosamente, con le nostre tentazioni, la fede che ci ha permesso di intraprendere questo cammino, la fede con cui abbiamo iniziato, cresce nei nostri cuori .

III. La promessa evangelica non ci viene meno perché la nostra infermità in una certa misura cresce con la nostra crescita anche come uomini cristiani. Contro tutte le insidie ​​del diavolo Dio ha provveduto una difesa sufficiente e sicura nelle promesse del suo Vangelo. Ci rinnoviamo giorno dopo giorno nello spirito e nel temperamento della nostra mente.

Vescovo Claughton, Penny Pulpit, Nuova serie, n. 561.

Riferimenti: Efesini 6:13 . HW Beecher, Pulpito del mondo cristiano, vol. vii., p. 394; Ibid., vol. x., pag. 24; Ibid., vol. xiii., p. 381.

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