DISCORSO: 1669
LAZARUS SOLLEVATO

Giovanni 11:40 . Non ti ho detto che, se vuoi credere, dovresti vedere la gloria di Dio?

TALE è lo stato del popolo di Dio sulla terra, che non possono quasi mai trovarsi in circostanze difficili senza scoprire la fragilità della loro natura e senza esporsi al rimprovero del loro Divin Maestro. Ma in tutti i rimproveri che nostro Signore ha rivolto ai suoi Discepoli, possiamo notare una tenerezza particolare, come quella di un genitore verso il suo figlio prediletto [Nota: Matteo 14:31 .

Marco 9:33 .]. Nel brano davanti a noi ebbe occasione di rimproverare l'incredulità di Marta: ma non avrebbe potuto farlo in termini più miti.

Considerando questo rimprovero, notiamo,

I. Che cosa le disse...

Ella, nella sua estremità, mandò a Gesù, per supplicarlo di rimettere in salute suo fratello Lazzaro —
[Bethabara al di là del Giordano, dov'era Gesù, era una lunga giornata di viaggio da Betania. Marta e Maria avevano evitato di informarlo della loro angoscia, finché non disperarono di ottenere aiuto per il loro fratello se non per la sua miracolosa interposizione. In risposta alla loro richiesta, mandò loro a dire che «la malattia del loro fratello non doveva essere mortale; ma che così fosse glorificato il Figlio di Dio [Nota: ver.

4.]”. Ma, invece di rispondere subito alla richiesta, stette dov'era due giorni, poi andò a Betania e scoprì che Lazzaro, morto poco dopo la partenza del messaggero, “era morto e sepolto da quattro giorni [ Non mai. 17.]”. Marta, udito il suo arrivo, gli andò incontro, ed espresse il suo rammarico che Gesù non fosse stato lì mentre suo fratello era ancora in vita, poiché era sicura che avrebbe esercitato la sua onnipotenza per riportarlo in salute.

Nostro Signore ora ripeteva quanto aveva dichiarato al messaggero, e le disse che «suo fratello sarebbe risorto [Nota: ver. 21–23.]”. Ella, tuttavia, supponendo che parlasse di ciò che sarebbe dovuto accadere «all'ultimo giorno», non ha tenuto conto delle sue parole come motivo di presente consolazione. Gesù quindi procedeva a dire più chiaramente che «Egli stesso era la risurrezione e la vita: e colui che credeva in lui, sebbene fosse morto, doveva vivere, sì, e non morire mai.

[Non mai. 25, 26.]”. Ma ancora non vedeva in questo, che colui che poteva riportare in vita anime morte, poteva con altrettanta facilità restaurare anche un corpo che era morto. Quando dunque ordinò che la pietra fosse rimossa dalla sua tomba, ella insinuò che lo stato del suo corpo, ora putrido, lo poneva al di là di una possibilità di ripristino della vita. Su questo il nostro benedetto Signore ha amministrato la riprensione che ora stiamo considerando: "Non ho detto che, se vuoi credere, dovresti vedere la gloria di Dio?" Allora, non essendo «estremo da notare ciò che era stato fatto male», pronunciò la parola: «Lazzaro, vieni fuori:» e subito uscì colui che era morto, con tutte le solenni appendici della morte a lui aderenti; e fu nuovamente riportato alla compagnia delle sue amate sorelle e amici.]

Per la misericordia concessale in questa occasione «Dio fu grandemente glorificato» —
[Come deve apparire meravigliosa la condiscendenza e la grazia di Dio a Marta, quando vide prevalere a tal punto la richiesta di creature indegne come lei e la sorella questo! — — — E quale conferma aveva ora dinanzi ai suoi occhi quella verità che aveva già confessato, che «Gesù era proprio il Cristo, il Figlio di Dio, che doveva venire nel mondo [Nota: ver.

27.]!” — — — Che godimento avrebbero avuto d'ora in poi anche della compagnia del loro fratello, la cui presenza non poteva non ricordare tutte queste cose e invocare in ogni occasione le loro più devote lodi e ringraziamenti al loro Dio e Salvatore! — — — Così dunque vedeva davvero la gloria di Dio, nonostante la sua fede, sebbene vera, fosse molto al di sotto di quella misura perfetta a cui avrebbe dovuto attenersi.]

Ma, per non limitare a lei il rimprovero, consideriamo,

II.

Ciò che ci parla—

A noi il Signore Gesù parla con la sua parola, con la sincerità che ha mai detto a Marta o ai suoi stessi Discepoli. A noi stessi allora possiamo applicare questa domanda: “Non ti ho detto così e così? e che, se vuoi credere, dovresti vedere la gloria di Dio?" Sì: e in questo rimprovero vediamo,

1. Che tutto ciò che il Signore Gesù ci ha detto, sia custodito nella nostra mente —

[Nella sua parola stanno «superando grandi e preziose promesse»: e ognuna di esse ci è fatta: e non è meno nostro dovere, che nostro privilegio, confidarci e attenderne il compimento dalle nostre anime. Per esempio, ci ha detto che "coloro che vengono a Dio per mezzo di lui Dio non caccerà in alcun modo" — che "ogni sorta di peccato e di malvagità sarà loro perdonata — e che "non periranno mai, ma avranno vita eterna.

Queste e altre diecimila promesse dovremmo conservare nella nostra mente e supplicarle davanti a Dio in preghiera. Né dovremmo mai essere scoraggiati da eventuali difficoltà o ritardi . Le difficoltà possono essere progettate da Dio per la più piena manifestazione della sua stessa gloria — — — e si permette che i ritardi ci rendano cari quanto più le misericordie che ci concederà.]

2. Che quanto più esercitiamo fede in Dio, tanto più Egli ci manifesterà la sua gloria —

[Dio onorerà la fede. Vedilo nel caso di Abramo e nel caso di Mosè: quanto più visibili erano la sua potenza e grazia nella nascita di Isacco quando fu dato ad Abramo dopo che ogni speranza di progenie era cessata, e quando in seguito gli fu restituita, per così dire, dai morti! E in che modo ogni difficoltà che si frapponeva tra il primo messaggio consegnato al Faraone e l'insediamento definitivo degli Ebrei nella terra promessa, manifestava e magnificava la grazia di Dio in quella stupenda dispensazione! Così troveremo in tutti i rapporti di Dio con noi, più saremo provati, più ci apparirà la sua gloria, se solo non barcoltiamo alle sue promesse, ma siamo forti nella fede, dando gloria a lui! Solo che non limitiamo mai il suo potere, né dubitiamo della sua veridicità.

Se il nostro caso appare disperato come quello di Lazzaro, non dubitiamo, e tanto meno ci abbattiamo: perché prima il cielo e la terra passeranno, quel solo ioto o apice della sua parola verrà meno” — — —]

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