COSE TERRE

"Chi badi alle cose terrene."

Php_3:19

Ogni circonferenza è generata da un centro; ogni vita deve avere il suo perno.

I. Dio è l'unico vero centro della nostra vita . — È stato detto: 'Il centro di Dio è ovunque; La sua circonferenza da nessuna parte.' Se tu ed io ci rifiutiamo di considerare Dio come il pensiero centrale, l'idea più intima della nostra vita, siamo condannati per averlo allontanato dalla Sua giusta posizione. La nostra vita diventa una cosa disarmonica disadattata; le sue attività diventano distratte, frammentarie. Il principio dell'unità morale è perduto.

II. Le facoltà dell'anima avevano lo scopo di servire a qualche fine più alto che assicurarci il mantenimento del nostro essere fisico per un periodo più o meno lungo di anni. A meno che non sia così, siamo distanziati in gara da alcuni di loro. Molti di loro sono nostri superiori nei poteri fisici; molti ci sopravvivono; e nel caso di tutti, l'istinto offre una guida così rapida e sicura nella conservazione del loro essere, che potrebbe far arrossire le nostre vantate capacità di ragionamento.

III. Scegli il più alto . — Sii ciò che il tuo Redentore, che ha riscattato per te la vita dalla sua disperata secolarità, vorrebbe che fossi. Le "cose ​​terrene", per le quali forse hai vissuto esclusivamente, non soffriranno per mano tua per l'ammissione ai tuoi pensieri e ai tuoi scopi celesti. Piuttosto guadagneranno. Perché il risultato del cedere noi stessi al servizio di Dio non è eliminare il terreno, ma assorbirlo nel celeste; non per allargare e rafforzare le barriere tra il secolare e il sacro, ma per abbatterle.

IV. Cose terrene per anime terrene .-È una scena triste, triste, il trapasso di uno spirito legato al mondo, che lascia tutto il suo misero dietro di sé, e va dove nulla del suo tesoro è mai stato riposto, aggrappandosi ai suoi idoli fino all'ultimo: il passato, un lungo rimpianto; il futuro, un vuoto opaco e senza porzioni.

—Vescovo A. Pearson.

Illustrazione

“Le parole – “che badano alle cose terrene” – chiudono una breve descrizione di alcuni “nemici della Croce di Cristo” che aveva in mente san Paolo quando scriveva ai convertiti di Filippi; ea prima vista sembrano presentarci un climax alquanto debole. La prima parte della descrizione è espressa in uno dei linguaggi più forti che si possano incontrare nella Sacra Scrittura: “La cui fine è la distruzione, il cui dio è il loro ventre e la cui gloria è nella loro vergogna.

La gola, l'ubriachezza e il vizio blasfemo difficilmente culminano adeguatamente, sembrerebbe, nel semplice assorto nelle cose terrene. Ma nelle parole del testo l'Apostolo tocca il suolo da cui spuntano quelle piante malvagie che ha precedentemente notato».

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità