CITTADINANZA CELESTE

"La nostra conversazione [o cittadinanza] è in paradiso."

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Se riflettessimo più a fondo sul costo della nostra redenzione, dovremmo premiare di più i privilegi della nostra cittadinanza.

I. I privilegi della nostra cittadinanza sono molti e vari .

( a ) Perdonate, la pulizia è la prima; nessuno non perdonato o non purificato è cittadino di quel regno. È il sangue che purifica, il sangue dell'eterno Figlio di Dio.

( b ) La vittoria su se stessi e il peccato è un'altra; grazia per vincere e sottomettere il male, per diventare padroni dove un tempo eravamo schiavi-schiavi, per governare per grazia divina ciò che un tempo ci tiranneggiava.

( c ) L' eredità è un altro privilegio . Siamo eredi di quell'eredità luminosa e sconfinata, incorruttibile, indefinita e senza tempo.

( d ) La pace è un altro privilegio . Pace con Dio e la pace di Dio, che tiene, dimora nelle nostre anime.

II. Quali sono le nostre responsabilità?

( a ) Lealtà . Siamo chiamati ad essere sudditi leali del nostro Re Celeste, offrendoGli la riverenza dovuta al Suo Nome e l'obbedienza alle leggi che ha promulgato.

( b ) Amore . Dobbiamo amare, saremo leali solo nella misura in cui amiamo; ameremo solo nella misura in cui ci fidiamo. Dobbiamo amare Colui che è 'Amore' e che ci ha tanto amati da redimerci a un costo così tremendo.

( c ) Santità di vita e di condotta , manifestandosi nella purezza di cuore e nella serietà di vita; la santità della vita pienamente resa e consacrata alla vita e al servizio.

—Rev. H. Foster Pegg.

Illustrazione

«Un bellissimo apologo illustrerà il nostro significato. Un giorno d'estate, il sole glorioso in alto riempie tutte le cose di luce e gioia; l'ampio mare che sembrava una lastra di vetro, su cui si osservava l'increspatura causata dall'ala di una mosca; il cielo che rivela le sue profondità azzurre senza nuvole, fatta eccezione per una minuscola nuvola soffice, non più grande apparentemente dell'ampiezza di un palmo, che fluttua con grazia e pigrizia.

Il mare alzò lo sguardo e disse: “Mi dicono che quella nuvola una volta era una parte di me stesso; Vorrei salire lassù". Così il mare si voltò e si sollevò in grandi onde verso il cielo, ma invano. Poco dopo, sconcertato, stanco, il mare tornò immobile. Allora il sole guardò in basso e disse: "Mare, perché sei così abbattuto?" Disse il mare: "Ho cercato di salire lassù e ho fallito". Allora il sole disse: “Mare, riposati, e io ti attirerò quassù.

Così il mare si fermò, e subito l'intero cielo si riempì di soffici nuvole, e il mare batté le mani e disse: "Io sono lassù! io sono lassù!» Vedete il significato di questo semplice apologo. La nostra cittadinanza è un alto privilegio e una responsabilità di vasta portata. La vita che appartiene a tale non può essere raggiunta dalle nostre lotte o sforzi; ma c'è un potere promesso che ci consentirà di elevarci alla nostra cittadinanza celeste e di vivere degnamente della nostra alta vocazione, "poiché la nostra cittadinanza è nei cieli". '

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