E di nuovo l'ira del SIGNORE si accese contro Israele, ed egli spinse Davide contro di loro a dire: Va', conta Israele e Giuda.

ver. 1. E ancora l'ira del Signore. ] Di nuovo, dopo i tre anni di carestia per il peccato di Saul, e la recente strage di ventimila per essersi ribellati con Absalom, questa piaga di pestilenza è inviata - poiché raramente si separano - per l'offesa fatta a Uriah - dice Ruperto - che è nominato nell'ultimo versetto del capitolo precedente; ma più probabilmente fu per qualche peccato generale di tutto il paese; se fosse stata la loro recente ribellione a Davide, o il fatto che avessero riposto troppa fiducia nel loro re e nei suoi degni; o l'abuso della loro attuale pace e abbondanza; o qualunque altra cosa, Dio ne fu dispiaciuto, e Davide così tanto abbandonato e abbandonato a se stesso, che cedette a quel suggerimento satanico, che portò la ruth e la rovina del popolo.

E mosse Davide contro di loro. ] Dio l'ha fatto; Anche Satana lo fece, 1Cr 21:1 essendo sguinzagliato su Davide per questo scopo: come si può dire che il cane adesca la bestia; e il padrone delle bestie che lo lascia adescare. un

Va', numera Israele e Giuda.] Questo fu l'ultimo atto che fece prima di prendere il suo letto. E alcuni ebrei dicono che fu così addolorato per la comune calamità che seguì al suo peccato, e così terrorizzato alla vista dell'angelo punitore, che allora si mise a letto, e fu così infermo, come 1 Re 1:1 . Non era semplicemente illegale per lui contare le persone; ma lo fece per curiosità e per sicurezza.

David - altrimenti devoto al santo timore di Dio Salmo 119:38 - non aveva ora il timore del Signore che ondeggia nella sua anima, che insegna a odiare il male, anche i mali interiori, come quelli che giacciono nel seno e nel fondo dell'anima, come " l'orgoglio, l'arroganza e la via malvagia", Pro 8:13 quelle "malvage spirituali" e affronti più immediati offerti alla Divina Maestà; con cui Dio è più adirato, che con un crimine carnale, sebbene atrocemente assecondato, come fu il peccato di Davide nella questione di Uriah.

a Non combattono tra loro, poiché non sono avversi ma diversi, anzi subalterni.

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