E libera quelli che per paura della morte furono per tutta la vita soggetti alla schiavitù.

ver. 15. E liberali ] In modo che per quelli che sono in Cristo, la morte non sia che l'alba di eterno splendore; non la punizione del peccato, ma il periodo del peccato. Non è che un robusto portiere, che apre la porta dell'eternità; un passaggio più duro al piacere eterno. Che cosa devono temere di passare le acque del Giordano per prendere possesso del paese, che hanno negli occhi l'arca dell'alleanza di Dio? Tollitur mors, non ne sit, sed ne obsit. Come Cristo ha tolto non il peccato, ma la colpa di esso, così né la morte, ma il suo pungiglione.

Che per paura della morte ] Il re dei terrori, come Giobbe chiama la morte, quella terribile di tutti i terribili, come Aristotele. La natura avrà un incontro con i migliori quando moriranno. Ma mi chiedo (dice un grave divino) come le anime degli uomini malvagi non escano dai loro corpi, come fecero i diavoli dagli indemoniati, lacerando, infuriando, lacerando, schiumando. Mi chiedo come possano morire nel loro ingegno, che non muoiono nella fede di Gesù Cristo.

Appio Claudio non amava la zeta greca, perché quando è pronunciata, rappresenta lo stridore di denti di un moribondo. Sigismondo l'imperatore, pronto a morire, comandò ai suoi servi di non nominare la morte a suo orecchio, ecc. Simile è riportato di Luigi XI, re di Francia, il quale per mettere a morte quando venne, mandò a chiamare da Reims la verga di Aaronne e altri santi relitti (come li ritenevano); ma non tutto andrebbe bene.

Il cardinale Beaufort, vedendo che per lui era giunta la morte, mormorò che le sue grandi ricchezze non potevano rimproverarlo. Stat sua cuique muore. Ora, la morte è il massacro della natura, la maledizione di Dio e il fornitore dell'inferno; e devono quindi essere terribili per coloro le cui vite e speranze finiscono insieme, e che dicono, come fece un morente, Spes et fortuna valete.

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