Allora rispose Zofar il Naamathita, e disse:

ver. 1. Allora Zofar, il Naamatita, disse : "Se un uomo saggio litiga con uno stolto, sia che si arrabbi o rida, non c'è riposo", Proverbi 29:9 . Cristo chiamò quella generazione perversa, Giovanni pianse per loro, ma tutto senza scopo; le persone assurde e irragionevoli non saranno mai soddisfatte o abbattute, dite loro quello che potete, tale è la loro pertinacia e stizzitezza.

Giobbe si era pronunciato con espressioni così appassionate che avrebbero potuto commuovere cuori di pietra, Sed surdo fabulam. Aveva esposto la propria miseria, implorato la loro pietà, fatto un'eccellente confessione della sua fede, ogni parola di cui aveva il suo peso, ogni sillaba la sua sostanza, Ubi habent fere singulae voces aliquid ponderis (Merl.); li aveva infine terrorizzati con le minacce della spada di Dio; ma niente andrebbe bene.

Zofar qui, benchè avesse poco da dire più di quello che aveva detto, Giobbe 11:1,20 , tuttavia prende occasione dalle ultime parole di Giobbe, sebbene pieno d'amore, per sferzarlo di nuovo rudemente, e fa come se fosse necessario per la sua necessaria difesa e quella dei suoi simili. Vatablus pensa che Zofar qui risponda non alle parole precedenti, ma a quelle del 12° capitolo, dove Giobbe si era lamentato del fatto che gli oppressori malvagi vivono comunemente nella massima pace e prosperità.

Qualunque cosa sia, Zophar d'ora in poi non dirà altro; o aveva detto quello che poteva, o era soddisfatto della risposta di Giobbe nel capitolo successivo; o, infine, quia lusurum se operam credebat, come osserva Mercer; perché pensava di dover perdere la sua fatica, cosa che nessun uomo saggio farebbe.

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