Ai deboli; - Vedere la nota in Romani 15:1 . A quelli deboli nella fede; scrupoloso riguardo a certe osservanze; le cui coscienze erano tenere e non illuminate, e che sarebbero state offese anche da cose che potrebbero essere in se stesse lecite. Non ha lacerato i loro sentimenti, e si è opposto ai loro pregiudizi, solo per il gusto di farlo.

Sono diventato debole - non li ho scioccati. Ho rispettato le loro usanze. Mi sono conformato a loro nel mio abbigliamento, nelle mie abitudini, nel mio modo di vivere e anche nei servizi della religione. Mi sono astenuto dal cibo dal quale ritenevano loro dovere astenersi; e dove, se ne avessi preso parte, li avrei offesi. Paolo non ha fatto questo per gratificare se stesso o loro, ma per far loro del bene. E l'esempio di Paolo dovrebbe insegnarci a non fare della gratificazione l'attività principale della vita, e dovrebbe insegnarci a non lacerare i sentimenti degli altri; non eccitare inutilmente i loro pregiudizi; non offenderli dove non servirà a niente.

Se la verità offende le persone, non possiamo farne a meno. Ma in materia di cerimonie, abbigliamento, costumi, costumi e forme, dovremmo essere disposti a conformarci ad essi, per quanto è possibile, e al solo scopo di salvare le loro anime.

sono fatto ogni cosa a tutti gli uomini, divento ogni cosa; cioè, mi adeguo a loro in ogni cosa, per quanto si può fare con buona coscienza. “Che io possa con tutti i mezzi” ( παντως Pantos). Che io possa usare ogni possibile sforzo affinché almeno qualcuno possa essere salvato. È implicito qui che l'opposizione al Vangelo era ovunque grande; che la gente era riluttante ad abbracciarlo; che la gran massa sarebbe andata in rovina, e che Paolo era disposto a fare i più grandi sforzi possibili, a rinnegare se stesso e a praticare ogni arte innocente, per poter salvare "almeno alcuni" delle innumerevoli moltitudini che stavano per morte e inferno. Ne consegue:

(1) Che le persone sono in pericolo di rovina.

(2) Dovremmo fare uno sforzo per salvare le persone. Dobbiamo rinnegare noi stessi, e darci alle fatiche e alle privazioni, per salvare almeno alcuni dalla rovina.

(3) La dottrina della salvezza universale non è vera. Se lo fosse, quale utilità o proprietà ci sarebbe stata in questi sforzi di Paolo? Se tutti dovessero essere salvati, perché dovrebbe rinnegare se stesso, e faticare, e faticare, per salvare "alcuni?" Perché un uomo dovrebbe fare uno sforzo costante per salvare "almeno alcuni", se sapeva bene che tutti dovevano essere salvati? Sicuramente Paolo non "sapeva" o credeva che tutte le persone sarebbero state salvate; ma se la dottrina è vera, avrebbe avuto la stessa probabilità di conoscerla quanto i suoi moderni sostenitori e difensori.

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