Perciò così farò a te - Dio dice di più con il suo silenzio. Aveva enumerato i successivi flagelli. Ora, con la mano alzata per colpire, non ne menziona nessuno, ma dice: "così". Rib.: “Così anche gli uomini, riluttanti a nominare i mali, che temono e detestano, dicono: “Dio fa' così a me, e anche di più”. Dio che usa il linguaggio della gente” Girolamo, “dopo aver detto: 'così ti farò', tace su ciò che farà; che così, Israele sospeso, come avendo davanti a sé ogni sorta di punizione (che sono le più terribili, perché le immagina una per una), possa davvero pentirsi, che Dio non infligga ciò che minaccia”.

Preparati a incontrare il tuo Dio - In giudizio, faccia a faccia, finale per loro. Tutti i giudizi che erano stati inviati fino a quel momento non erano che araldi, precursori del giudizio a venire. Lui stesso non era in loro. In essi, non pronunciò alcuna sentenza su Israele. Erano medicinali, correttivi; non erano la Sua sentenza finale. Ora, avendo tentato invano tutti i modi di recuperarli, Dio li convoca davanti al suo tribunale.

Ma sebbene il giudizio delle dieci tribù, nel loro insieme, fosse definitivo, per gli individui c'era posto per il pentimento. Dio non invita mai, in questa vita, le persone o gli individui a “prepararsi ad incontrarLo”, senza uno scopo di bene per coloro che si preparano a ricevere la Sua sentenza rettamente. Quindi non dice: "vieni e ascolta la tua condanna", ma "preparati a incontrare il tuo Dio". Ha speranza in esso, di essere invitato a "prepararsi"; ancora di più, che Colui che dovevano prepararsi ad incontrare, era «il loro Dio.

Deve essere tornato spesso nella mente delle dieci tribù durante la loro prigionia non restaurata di oltre sette secoli prima della venuta di nostro Signore; un periodo lungo quanto l'intera esistenza di Roma dalla sua fondazione alla sua decadenza; finché la nostra storia dal nostro re Stefano fino ad ora.

Molto spesso devono aver pensato: "Non l'abbiamo ancora incontrato", e il pensiero deve essere sorto in loro; “È perché ha voluto “fare così” con noi, che ci ha ordinato di “prepararci ad incontrarlo”. Non ci ha incontrato, quando lo ha fatto. Era poi qualcosa di più avanti; è nel Messia che dobbiamo incontrarlo e vederlo”. Girolamo: "Preparati a incontrare il tuo Dio", ricevendo con ogni premura il Signore che viene a te.

Allora, è questo ulteriore senso che sta nelle parole , "egli (come Osea alla fine) esorta le dieci tribù, dopo che erano state condotte prigioniere dagli Assiri, a non scoraggiarsi, ma a "prepararsi ad incontrare loro Dio», cioè riconoscere e ricevere Cristo loro Dio, quando il Vangelo sarebbe stato loro predicato dagli Apostoli». Rib.: “Dio punisce non con crudeltà, ma con amore. Egli avverte poi coloro che colpisce, di comprendere cosa intende con questi castighi, non credendosi abbandonati da Dio, ma, anche quando sembrano più reietti e riprovati, destandosi, nella speranza della misericordia di Dio per mezzo di Cristo, a chiamare su Dio e «preparatevi a incontrare il loro Dio.

Perché la salvezza di nessuno è così disperata, nessuno è così macchiato da ogni tipo di peccato, ma che Dio venga a lui per sante ispirazioni, per ricondurre a Sé il viandante. Tu dunque, o Israele, chiunque tu sia, che un tempo servivi Dio e ora servi i piaceri più vili, quando senti che Dio viene a te, preparati a incontrarlo. Apri la porta del tuo cuore a quell'Ospite gentilissimo e benevolo, e, quando senti la sua voce, non assordarti: non fuggire, come Adamo. Poiché Egli ti cerca, non per giudicarti, ma per salvarti».

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