Allora, fratelli - Ne consegue tutto questo. Non dall'allegoria considerata come un argomento - poiché Paolo non la usa così - ma dalle considerazioni suggerite sull'intero argomento. Poiché la religione cristiana è così superiore a quella ebraica; poiché per essa siamo liberati dalla servitù degradante, e non siamo schiavi di riti e cerimonie; giacché è stato destinato a renderci veramente liberi, e poiché per quella religione siamo ammessi ai privilegi dei figli, e non siamo più sotto leggi, e tutori e governatori, come se fossimo minorenni; da tutto ciò segue che dobbiamo sentirci e agire non come figli di una schiava e nati in schiavitù, ma come figli di una donna libera e nati alla libertà.

È diritto di nascita dei cristiani pensare, sentire e agire come uomini liberi, e non dovrebbero permettere a se stessi di diventare schiavi di costumi, riti e cerimonie, ma dovrebbero sentirsi figli adottivi di Dio.

Chiude così questa celebre allegoria, un'allegoria che ha molto perplesso la maggior parte degli espositori e la maggior parte dei lettori della Bibbia. In considerazione di ciò, e dell'esposizione che precede, ci sono alcune osservazioni che non possono essere fatte in modo inopportuno.

(1) Non è affatto affermato che la storia di Agar e Sara nella Genesi, abbia avuto alcun riferimento originale al Vangelo. Il resoconto è una semplice narrativa storica, non progettata per avere alcun riferimento del genere.

(2) La narrazione contiene principi importanti, che possono essere usati per illustrare la verità, ed è così usata dall'apostolo Paolo. Ci sono punti paralleli tra la storia e le verità della religione, dove l'una può essere illustrata dall'altra.

(3) L'apostolo non lo usa affatto come argomento, o come se ciò dimostrasse che i Galati non dovevano sottomettersi ai riti e alle usanze ebraiche. È un'illustrazione della natura comparativa della servitù e della libertà e, quindi, illustrerebbe la differenza tra un'adesione servile ai riti ebraici e la libertà del Vangelo.

(4) This use of an historical fact by the apostle does not make it proper for us to turn the Old Testament into allegory, or even to make a very free use of this mode of illustrating truth. That an allegory may be used sometimes with advantage, no one can doubt while the “Pilgrim’s Progress” shall exist. Nor can anyone doubt that Paul has here derived, in this manner, an important and striking illustration of truth from the Old Testament.

Ma nessuno che abbia familiarità con la storia dell'interpretazione può dubitare che un vasto danno sia stato fatto da un modo fantasioso di spiegare l'Antico Testamento; facendo di ogni fatto della sua storia un'allegoria; e ogni spilla e colonna del tabernacolo e del tempio un simbolo. Niente è più adatto a disprezzare l'intera scienza dell'interpretazione; nulla disonora di più la Bibbia, che farne un libro di enigmi, e la religione consistere in presunzioni puerili.

La Bibbia è un libro di senso; e tutte le dottrine essenziali per la salvezza sono chiaramente rivelate. Dovrebbe essere interpretato, non per semplice presunzione e fantasia, ma per le leggi sobrie secondo le quali sono interpretati gli altri libri. Dovrebbe essere spiegato, non sotto l'influenza di una vivida immaginazione, ma sotto l'influenza di un cuore imbevuto di amore per la verità, e di una comprensione disciplinata a indagare il significato di parole e frasi, e capace di rendere ragione del interpretazione proposta.

Le persone possono usare abbondantemente i fatti dell'Antico Testamento per illustrare la natura umana, come fece Paolo; ma è lontano il giorno in cui i principi di Origene e di Cocceio prevarranno di nuovo, e in cui si presumerà che "la Bibbia significa tutto ciò che può significare".

(Queste sono osservazioni eccellenti, e la cautela che l'autore dà contro i sistemi stravaganti e fantasiosi di interpretare le scritture non può essere ripetuta troppo spesso. È consentito, tuttavia, quasi da tutte le parti, che questa allegoria sia presentata solo a titolo illustrativo, e non di argomento.Stando così le cose, la questione se la storia nella Genesi fosse originariamente destinata a rappresentare la materia, a cui Paolo qui la applica, non è certo di grande importanza, nonostante il dotto lavoro che è stato speso su di esso, e in misura tale da giustificare l'osservazione del critico.

“vexavit interpreta vehementer vexatus ab iis et ipse.” Qualunque sia il disegno originale del passaggio, l'apostolo lo ha impiegato come illustrazione del suo soggetto, ed è stato guidato dallo Spirito di ispirazione nel farlo. Ma certamente non dovremmo essere molto in errore, se poiché un apostolo ha affermato tale rappresentazione spirituale, la supponiamo originariamente intesa dallo Spirito; né corriamo un grande pericolo di fare modelli di ogni perno e pilastro, fintanto che ci limitiamo rigorosamente all'ammissione di quelli che riposano solo sull'autorità apostolica.

"Questa transazione", dice l'eminentemente giudizioso Thomas Scott, "era così notevole, la coincidenza così esatta e l'illustrazione così istruttiva, che non possiamo dubitare che originariamente fosse intesa, dallo Spirito Santo, come un'allegoria e un tipo di quelle cose cui l'ispirato apostolo lo riferiva.”)

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