A Dio solo saggio - L'apostolo qui riprende la dossologia interrotta dalla parentesi. L'attributo della “saggezza” è qui messo in luce, perché era stato particolarmente manifestato in questo piano che ora si è rivelato. Evidenziava, in un grado eminente, la "sapienza" di Dio. Quella saggezza si è manifestata nell'elaborare il piano; nell'adattarlo al rinnovamento del cuore; la giustificazione del peccatore; la sua conservazione, guida e santificazione; e nel modo in cui tutti gli attributi divini si erano visti armonizzare.

Tutto questo l'apostolo aveva illustrato nelle parti precedenti dell'Epistola; e ora, pieno delle convinzioni di questa saggezza, desidera che tutte le lodi e gli onori siano a Dio. La "tendenza" del piano è promuovere la sua gloria. L'“obbligo” per tutti coloro che ne beneficiano è lodarlo.

Sii gloria - Lode; onore.

Per Gesù Cristo - Per l'opera che ha compiuto Gesù Cristo; per mezzo di lui ora come mediatore e intercessore nei cieli.

La sottoscrizione, "scritta ai Romani", ecc. è evidentemente aggiunta da qualche altra mano, ma da chi è sconosciuto. Paolo sicuramente non avrebbe scritto questo per informare i romani che era stato inviato da Febe, che aveva appena lodato alla loro gentilezza. È stato dimostrato, inoltre, che non si deve fare affidamento su nessuna delle sottoscrizioni alle Epistole. Alcuni di essi sono noti per essere falsi. Non si sa da chi siano stati aggiunti. In questo caso, però, è corretto il fatto che si afferma, che sia stato scritto da Corinto e inviato da Febe.

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