A Dio solo saggio, sia gloria in eterno per Gesù Cristo. Amen. A Dio solo saggio - Questo arriva con grande proprietà. Lui solo che è la fonte della sapienza e della conoscenza, aveva in sé tutto questo mistero; e solo colui che conosceva i tempi, i luoghi, le persone e le circostanze, poteva rivelare il tutto; e tutto ha rivelato in modo da manifestare non solo la sua inscrutabile sapienza, ma anche la sua infinita bontà: perciò a lui sia gloria per la sua sapienza nel concepire questo mirabilissimo disegno; e la sua bontà nel mandare Cristo Gesù a eseguirla; a Lui, per Cristo Gesù, sia gloria nei secoli! Perché questo piano deve durare per sempre; e non deve avere prole se non nella gloria eterna.

Scritta ai Romani da Corinto, ecc. - Si crede quasi universalmente che questa epistola sia stata scritta da Corinto. Che Febe fosse una diaconessa della Chiesa di Cencre, l'abbiamo visto nel primo versetto di questo capitolo; e che l'epistola sia stata da lei spedita a Roma è possibile; ma che avrebbe dovuto essere l'autore dell'epistola, come afferma questa sottoscrizione, εγραφη δια Φοιβης, è falso, poiché Romani 16:22 mostra che Tertius era lo scrittore, sebbene inserendo le parole e inviato, la rappresentiamo piuttosto come la portatore rispetto a chi scrive.

Questa sottoscrizione, tuttavia, poggia su basi molto discutibili. Manca in quasi tutti i manoscritti antichi; e anche di quelli che sono più moderni, pochi lo hanno del tutto, come nelle nostre edizioni comuni. Si è già notato che le sottoscrizioni ai libri sacri sono di poca o nessuna autorità, essendo tutte state aggiunte negli ultimi tempi, e spesso da mani incaute. I più antichi hanno semplicemente Ai Romani, ovvero l'Epistola ai Romani è finita.

La parola Amen veniva aggiunta di rado dagli scrittori ispirati, e qui manca in quasi tutti i manoscritti antichi. Poiché questa era una parola di uso frequente nelle funzioni religiose, le persone pie la impiegherebbero naturalmente per terminare la lettura o la copiatura di questa epistola, esprimendo così la loro convinzione della verità del suo contenuto e il loro desiderio che le promesse contenute in potrebbe essere adempiuto per loro e per la Chiesa in generale; e in questo senso la parola non solo è innocua ma utile.

Possa la pienezza delle genti essere introdotta e possa tutto Israele essere salvato! Questo è trattato ampiamente in questa epistola; ea questa preghiera ogni pio lettore dica Amen! Spesso questa parola sembra essere usata come usiamo la parola finis, cioè la fine. Vedi le osservazioni su questa parola alla fine del Vangelo di Giovanni.

Commento alla Bibbia, di Adam Clarke [1831].

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