Perché il vento passa su di esso, ed è sparito - Margine, come in ebraico, "non è". Il riferimento è o ad un vento caldo e bruciante, che inaridisce il fiore; oa un vento furioso che lo strappa dal suo stelo; o a una leggera brezza che si stacca dai petali mentre allentano la presa, e sono pronti a cadere. Così l'uomo cade - come se un respiro - una brezza - venisse sopra di lui, e se ne va. Con quanta facilità l'uomo viene spazzato via! Quanta poca forza, a quanto pare, ci vuole per togliere dalla terra la giovinezza più bella e fiorente di entrambi i sessi! Quanto velocemente svanisce la bellezza; quanto presto, come un fiore che appassisce, se ne va uno simile!

E il suo luogo non lo conoscerà più - Cioè, Non apparirà più nel luogo dove fu visto e conosciuto. Il “luogo” è qui personificato come se fosse capace di riconoscere gli oggetti che sono presenti, e come se gli mancassero le cose che c'erano un tempo. Se ne sono andati. Così sarà presto in tutti i luoghi dove siamo stati; dove siamo stati visti; dove siamo stati conosciuti.

Nelle nostre dimore; ai nostri tavoli; nelle nostre sedi di attività; nei nostri uffici, uffici, studi, laboratori; nelle strade dove abbiamo camminato di giorno in giorno; nel pulpito, nell'aula del tribunale, nell'aula legislativa; nel luogo della baldoria o della festa; nella sala di preghiera, nella scuola del sabato, nel santuario, non ci vedremo più. Ce ne andremo: e l'impressione su coloro che sono lì, e con cui siamo stati associati, sarà espressa al meglio dal linguaggio, "è andato!" Andato; - dove? Nessuno che sopravvive può dirlo.

Tutto ciò che coloro che lasciamo sapranno sarà che siamo assenti, che siamo "andati". Ma per noi ora, quanto è importante la domanda: "Dove saremo, quando saremo andati di mezzo ai vivi?" Altri luoghi ci “conosceranno”; sarà in paradiso o all'inferno?

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